
Cultura e Spettacoli
Venerdì 18 Marzo 2011
"Vi sentite poeti?
Venite alla bottega"
Se scrivete da quando siete ragazzini e non avete mai osato mostrare i vostri lavori, ecco l'occasione propizia: due dei più acclamati poeti italiani - Mario Santagostini e Maurizio Cucchi - saranno a vostra disposizione per valutazioni, commenti, critiche. Appuntamento nel pomeriggio a Villa del Grumello, a margine del Festival "Europa in versi".
«Il linguaggio della poesia non è che te lo inventi. È una cosa che ti ritrovi dentro, come la lingua madre». Parola di Mario Santagostini, poeta milanese, tra gli ospiti del Festival «Europa in versi», il 19 marzo a Villa Grumello di Como, dove nel pomeriggio terrà un laboratorio assieme a Maurizio Cucchi.
Avete chiamato il vostro appuntamento Bottega di poesia. Quasi a sottolineare che per fare buoni versi non basta il genio, ma serve anche il "mestiere"...
La parola bottega è bella. Io la interpreto e la voglio vivere come un incontro tra chi scrive poesie. In un laboratorio si lavora tutti e sono tante le esperienze che vengono scambiate. Non è detto che chi fa il maestro di bottega, non impari a sua volta qualche cosa.
Come aiuterete i "ragazzi di bottega" ad imparare i segreti del mestiere?
Per un fatto anagrafico (Santagostini è del 1951, ndr) e di passione, la poesia italiana penso di averla letta. E quindi credo di costituire una "memoria poetica" che può essere sfruttata. Chi ha letto di più è in grado di vedere le ingenuità di chi scrive per le prime volte: «Questo verso è bellissimo ma è già stato scritto», capita di osservare. E a volte un'osservazione è sufficiente per modificare una poesia o il modo di scrivere di una persona.
La vostra Bottega ha registrato il tutto esaurito: venti posti "bruciati" in pochi giorni. È la conferma che gli italiani sono ancora un popolo di poeti?
La poesia italiana gode di buona salute. C'è, particolarmente tra i giovani, un desiderio di esprimersi molto forte. Il rischio è che questo bisogno forte di espressione, di parlare, prenda delle strade che non sono quelle della poesia. Anche per questo penso che incontrarci, tra poeti e non, faccia sempre bene.
A proposito di confronto. La vostra Bottega si inserisce in un festival che chiama a raccolta poeti europei di diverse lingue...
La poesia è la lingua. Quindi, sentire un autore che si esprime nella propria lingua, se è bravo, da sempre un'emozione molto forte. Il bello di queste iniziative è anche il confronto tra autori che hanno tutti un modo di dire la propria poesia completamente diverso l'uno dall'altro. Basta ascoltare Patrizia Valduga, Vivian Lamarque e Milo De Angelis...
Tutte e tre questi poeti saranno presenti al Grumello. Con loro anche alcuni giovani (come Alberto Pellegatta, ndr). Lei fu tra i primi a credere nei «Poeti di vent'anni», come titolò un'antologia uscita nel 2000...
Un aspetto molto interessante di questa generazione è che non si presenta come una scuola poetica, neanche come un gruppo, né ha un atteggiamento rissoso verso i predecessori. Questa accettazione del fatto che c'era qualcuno prima è positiva, perché è la verità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA