
Cultura e Spettacoli
Martedì 27 Settembre 2011
Como città d'arte?
"Si può fare di più"
Marco De Michelis, direttore della Fondazione Antonio Ratti, discute la possibilità di un polo di arte contemporanea permanente in città, mentre entrano nel vivo gli appuntamenti del ciclo "Kunsthalle più bella del mondo".
Un centro d'arte contemporanea a Como? Sembrerebbe fantascienza, almeno considerando lo stato attuale di generale crisi economica e i problemi irrisolti a livello locale. Eppure c'è chi non solo lo sogna ma sta lavorando fattivamente per crearlo. Tra questi c'è la Fondazione Ratti il cui direttore, Marco De Michelis, ha organizzato il ciclo "La Kunsthalle più bella del mondo", proprio con l'intento di creare un progetto per il Centro delle Arti contemporanee di Como.
De Michelis, come immagina un tale progetto in una realtà di provincia come la nostra?
La prima considerazione da fare è che un centro di questo tipo dovrebbe nascere al passo con i tempi che si evolvono velocissimamente. Ecco perché nel ciclo della "Kunsthalle" portiamo al pubblico i più importanti curatori internazionali, che ci permettano di cogliere gli spunti per scelte d'avanguardia (il prossimo incontro sarà il 6 ottobre, alle 18, a Villa Sucota con Stephan Berg del Kunstmuseum di Bonn, Nicolaus Eschafhausen del Witte de With, di Rotterdam e Peter Pakesch del Kunsthaus di Graz, ndr).
Ci può fare un esempio di un'analoga realtà cittadina che abbia già fatto questo passo?
Mi viene in mente la realtà illuminante di Bregenz, una cittadina austriaca più piccola di Como, affacciata sul lago di Costanza. Qui è attivo il terzo centro d'arte contemporanea più importante al mondo, un centro che attivando una vera e propria politica culturale è diventato un punto di riferimento per un vero flusso di visitatori che hanno dato impulso allo sviluppo della città. Como con le sue prerogative paesaggistiche e con un territorio ricco d'arte e di storia potrebbe fare ancora meglio. Non bastano gli eventi di Villa Olmo. Bisogna fare di più.
(Leggi l'intera intervista nelle pagine culturali de La Provincia di Como del 28 settembre)
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