Donne & passioni
del Risorgimento

Il 16 ottobre alle 11, a Castelmarte, Roberta Cairoli presenterà all'oratorio San Giovanni Bosco, il volume "Il Risorgimento nell'antica provincia di Como. Politica e società attraverso i documenti inediti" (Crealibri). Lauretta Minoretti parlerà dell'opuscolo: "C'eravamo anche noi. I soldati Castelmartesi alle guerre d'indipendenza".

di Elena D'Ambrosio *

Il Risorgimento nell'antica provincia di Como. Politica e società attraverso i documenti inediti, fresco di stampa, costituisce novità nel panorama librario locale.
Gli studi sul Risorgimento comasco sono stati finora alquanto parziali e frammentari, risentendo a lungo di quella "retorica patriottarda" e celebrativa che aveva caratterizzato i primi lavori, spesso limitati a medaglioni biografici o al racconto di singoli episodi.
«Anche gli studi più recenti - leggiamo nella prefazione - pur ricostruendo con rigore il pensiero politico e l'azione di alcune figure centrali del nostro Risorgimento, non esauriscono la complessità dei temi che la questione pone, nè forniscono una contestualizzazione storica e geografica dei fatti che consenta di inquadrare la partecipazione di uomini e donne».
Ed è paradossale che i lavori più noti sul periodo rimangano tuttora il libro di Lucati Pagine del Cinquantanove e del Sessanta. Como e i comaschi per l'Unità d'Italia, pubblicato nel 1961 in occasione del centenario dell'Unità d'Italia, e la monografia sul Quarantotto comasco, uscita ancor prima. C'è voluto un altro anniversario per colmare questo vuoto, e grazie alla coraggiosa iniziativa della Crealibri di Castelmarte, in particolare di Lauretta Minoretti (presidente dell'Associazione culturale Cres) che - insieme a Roberta Cairoli, specialista di storia delle donne e di storia politica - ha messo in piedi, un team di valenti studiosi e ricercatori che hanno spulciato archivi e biblioteche, valorizzando il patrimonio documentario locale, ancora non sufficientemente esplorato. Ci riferiamo in particolare - come sottolineano le curatrici - al Museo Civico "Giuseppe Garibaldi" di Como, il cui ingente patrimonio archivistico è quasi sconosciuto alla stessa cittadinanza.
Il piano del libro è consistente (421 pagine) con diversi interventi - 10 saggi in totale, compreso quello iniziale - che trattano temi ancora poco indagati o addirittura trascurati, tutti meritevoli di attenzione, come il controllo sociale e del territorio con una prima «mappatura dei dispositivi di gestione dell'ordine pubblico», la povertà e le forme di assistenza, la nascita delle prime società operaie di mutuo soccorso legate a doppio filo agli ideali democratici e patriottici, il ruolo della chiesa e l'apporto dei cattolici comaschi al processo di unificazione nazionale, il sorgere della prima comunità valdese; «centrale - come afferma Edoardo Bressan nell'introduzione - è il tema della comunicazione di idee, e soprattutto di idee nuove, che passa attraverso il giornalismo» a cui è dedicato l'ampio saggio di Mariangela Sempio, che offre anche un'inedita e dettagliata analisi dei meccanismi della Censura messa in atto sul territorio e acuita dalla vicinanza con il Canton Ticino, dove era vivissima la propaganda sovversiva delle Tipografie Elvetica e Ruggia.
Come si vede dalla stessa copertina del libro che pone in primo piano una figura femminile (in cui si riconosce Giuseppina Raimondi) viene inoltre affrontato il tema del ruolo fondamentale - tuttavia ancora ampiamente inedito - svolto dalle donne «nel sostegno operativo» al processo unitario, una presenza intensa e costante, che vede il sorgere e l'affermarsi, già a partire dal '48, «di un robusto modello di aggregazione femminile trasversale e interclassista che coinvolse aristocratiche, borghesi e donne del popolo» - sostiene Roberta Cairoli autrice del saggio dal titolo Politica, scrittura e amicizia. Percorsi ed esperienze femminili nel Risorgimento Comasco (1848-1870) -  e, dopo la partecipazione attiva all'insurrezione armata, ha modo di realizzarsi nel 1859 e nel periodo successivo, nella creazione di comitati e associazioni per il soccorso e la cura dei feriti, l'ospitalità ai combattenti, la raccolta dei fondi in favore di Garibaldi e della sua impresa, e poi dell'unione di Venezia e Roma.
Le «donne comensi» aprono sottoscrizioni, lotterie, vendite di oggetti ornamentali, dando vita ad una estesa rete di relazioni in cui si uniscono amicizia e politica; «prendono la parola» attraverso la scrittura, come si evince anche dalla lettura dei giornali dell'epoca, dove appaiono in diversi momenti appelli alla mobilitazione, indirizzi di saluto e di ringraziamento ai fautori della causa nazionale soprattutto a Garibaldi, verso il quale nutrono un sincero "vincolo d'affetto" peraltro reciproco. Frequenti sono infatti sono gli scambi epistolari tra le «donne comensi» e il Generale, in particolare dopo i fatti di Aspromonte. Prendere la parola assume alla fine il significato di un «gesto politico» con il quale si vuole «sancire la propria appartenenza al sentimento di nazionalità e al corpo sociale della Nazione».
La dimensione internazionale del Risorgimento viene restituita dal saggio di Lauretta Minoretti che indaga lo stretto collegamento tra Como e la Lombardia con i movimenti indipendentisti europei. Viene esaminata con particolare attenzione la solidarietà che si creò con i popoli polacco e ungherese, uniti dal comune destino di soggezione all'impero asburgico e manifestatasi «con atti di eroismo, slanci ideali, lutti ed esemplari casi di dedizione».
Il saggio di Fabio Cani sull'iconografia del Risorgimento lariano propone, tra l'altro, una rilettura delle travagliate vicende legate alla costruzione del monumento di San Fermo, confutando ad esempio quella che è comunemente ritenuta la data di inaugurazione, il 27 maggio 1873 (che va anticipata), e aprendo - in mancanza di una documentazione certa - nuove ipotesi interpretative sulla storia della sua fase progettuale.
Importante cornice di questi interessanti contributi è il saggio introduttivo di Valter Merazzi, Il Risorgimento nel comasco: un profilo storico e geografico che fornisce il quadro d'insieme di un territorio (comprendente anche Lecco e Varese,) che ha giocato un ruolo significativo e di primo piano nel processo unitario, sottolineando gli stretti legami con il Canton Ticino.
(* Storica e scrittrice)

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