Elio è Gian Burrasca
"Io, monello a teatro"

Il cantautore si fa attore, salendo domenica sul palco del Teatro Sociale di Como nella versione per il palcoscenico del celebre romanzo di Vamba. Firma la regia la Wertmuller, che già diresse il celebre sceneggiato tv con Rita Pavone nel 1965. Guarda l'anteprima dello spettacolo, lo scorso settembre al Festivaletteratura di Mantova.

di Sara Cerrato

Esordisce la prosa, domenica 30 ottobre, alle 20.30, al teatro Sociale di Como, ed è un appuntamento per palati fini (non snob). Vi piacerà sia che siate appassionati di teatro, sia che non possiate rinunciare alla musica alta ma comunicativa, di Rota. In più, se siete stati bambini ribelli, magari degli anni '60, vi divertirete un mondo. Si, perché a riempire il palco, ci sarà "Gian Burrasca", eroe del romanzo "Il giornalino di Gian Burrasca" di Vamba, interpretato dal suo emulo contemporaneo, Stefano Belisari, in arte Elio, quello delle Storie Tese (Info: 031/270170). Elio sarà ospite anche all'Anteprima di domani alle 18.30, nel foyer del Sociale.

Elio, è stato lei a proporre a Lina Wertmuller, che diresse lo sceneggiato del '64, di adattare il romanzo di Vamba per il teatro. Quale la molla dell'interesse?


Più o meno dieci anni fa, lavorai con Wertmuller per "Storia d'amore e d'anarchia". Mi raccontò di aver scritto  anche i testi delle canzoni musicate da Rota. Persino la famosissima "Viva la pappa con il pomodoro"! La notizia è una chicca e così mi è balenata in mente l'idea di portare a teatro quelle canzoni e la storia. Lina ha accettato con entusiasmo.

Wertmuller ha detto che lei è «il Gian Burrasca del nuovo millennio». Come interpreta il bambino ribelle?


Mi diverto moltissimo ma non prendo iniziative mie. Quando si affronta un classico perché modificarlo? La mia attenzione è rivolta in primis, come dicevo, alle canzoni che interpreto con un formidabile quintetto, animato dai miei intenti (Corrado Giuffredi al clarinetto, Cesare Chiacchiaretta alla fisarmonica, Giampaolo Bandini alla chitarra, Federico Marchesani al contrabbasso, Danilo Grassi alle percussioni ndr). Mi piace l'abilità di Rota di unire qualità e capacità di arrivare al pubblico vasto.

Che è poi quello che Elio, con e senza le Storie Tese, fa da sempre. No?


Direi di sì, anche se non mi metterei sullo stesso piano di Rota (ride). Ho sempre pensato di voler unire il mondo della musica colta a quello più popolare. Questo è vero "servizio pubblico" per la cultura. Negli ultimi vent'anni, gli "accademici" hanno commesso un grave errore, chiudendosi nella torre d'avorio. Siamo alla fine del ciclo della musica contemporanea, che si è isolata all'eccesso. Le cose devono cambiare.

(Leggi le domande su X Factor e il resto dell'intervista sull'edizione cartacea de La Provincia di Como, in edicola il 29 ottobre)

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