Tintin come Indiana Jones
Spielberg vuole divertirsi

Il regista si dimostra fedele al fumetto di Hergé, ma nello stesso tempo ritrova il ritmo dell'avventura e "cita" persino una sequenza del suo "Squalo". Guarda il trailer.

di Bernardino Marinoni

Sono occorsi trent'anni e altre magie del cinema, ma Steven Spielberg aveva avuto la benedizione di Hergé, e Tintin, il giovane reporter del più illustre fumetto francofono, finalmente è giunto sul grande schermo. Il risultato è rispettoso della matrice, l'avventura congrua con il cinema di Spielberg: una caccia al tesoro che incrocia storie sensazionali, enigmi, rischi per i quali il protagonista - un ragazzo con il ciuffo e ingualcibili pantaloni da golf - ha un'insopprimibile vocazione. Come, va da sé, Indiana Jones, ma con i personaggi - mirabile effetto di una conversione digitale sempre più sofisticata - che vivono di vita propria: performance capture, gli attori cedono all'animazione di un universo meravigliosamente verosimile. Il talento di Spielberg suscita le atmosfere di tutte le avventure attingendo a più di uno degli albi disegnati da Hergé: al mercato delle pulci Tintin trova il modello di un veliero, l'Unicorno, chiave di segreti depositati nell'antico antagonismo di un capitano Haddock e del pirata Rackam il Rosso, la cui discendenza è destinato ad incrociare, alleato dell'uno contro l'altro che è cattivo da far paura. Per mare, ma anche ai comandi di un idrovolante, sull'incudine del sole nel deserto, all'occasione la pistola in pugno: Spielberg avrà sciolto il voto della fedeltà radicale a Hergé con il ritratto di Tintin disegnato all'inizio del film per poi prendere il largo imbarcando tutti i personaggi del fumetto - a cominciare dal delizioso fox terrier Milou - verso uno degli abbordaggi più spettacolari di tutto il cinema d'avventura. Il film ne è un sontuoso capitolo tridimensionale, comprensivo di ironiche autocitazioni - si veda quella dello "Squalo" - che assegnano più al regista che al disegnatore il personaggio di Tintin, ma salvaguardando l'equilibrio tra il cinema di un fantasioso narratore e il fumetto originale sul percorso di un'impresa - un trittico - della quale sono chiare le coordinate.

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