Sepùlveda: "Il mercato
non compra le persone"

Lo scrittore cileno, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti e della libertà, ha concesso a "La Provincia" un'intervista poco prima di un'indisposizione che lo ha costretto a tornare in Spagna, dove vive. Era a Milano, per la presentazione del nuovo libro "Ultime notizie dal Sud".

di Severino Colombo

L'ultimo libro si intitola "Ultime notizie dal Sud" ma, per ironia della sorte, le prime notizie da dare riguardano il suo autore, Luis Sepúlveda. L'autore cileno ha annullato l'incontro con il pubblico previsto martedì a Milano per ragioni di salute, un'indisposizione influenzale con febbre che l'ha costretto a interrompere il tour italiano. Sepúlveda ieri è tornato in Spagna, nelle Asturie dove vive. Abbiamo incontrato, prima del malore, il 62enne scrittore di bestseller internazionali, tutti editi in Italia da Guanda come pure l'ultimo romanzo (pp. 167 € 16), un reportage letterario (e fotografico) di un viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco. «Volevo vedere cosa trovavo da quelle parti, raccontare la gente speciale che vive e resiste in questi luoghi lontani da tutto, terre poco abitate dove il clima è molto duro».  

Signor Sepúlveda perché definisce, citando Osvaldo Soriano, i racconti del libro come un «inventario delle perdite»?


Con Soriano ci vedevamo spesso e riesaminavamo sempre con molto amore il nostro inventario delle perdite. Abbiamo perso molti amici durante le dittature cilena e argentina, ma con i nostri libri cerchiamo di riscattare parte di quello che abbiamo perso.

I protagonisti delle storie narrate sono molto tra loro diversi, il tratto comune sembra essere la serena ostinazione con cui vanno avanti.

È così. Ed è valsa la pena andare fino in capo al mondo per conoscere una a una tutte le persone degne che nominiamo nel libro. A distanza di tempo vorrei tornare a cercare i miei personaggi.

Tra questi, nel racconto "La signora dei miracoli", c'è una vecchietta di quasi cent'anni che «senza altre armi che l'amore per la propria terra» resiste da sola all'avanzata della globalizzazione.


Ciò che viene chiamato "mercato" non può comprare la dignità delle persone, i loro sogni, le loro speranze. Oggi, se si parla per esempio della Patagonia, si deve parlare di gente che resiste, si deve parlare del movimento sociale Patagonia Sin Represas e delle altre iniziative in cui partecipano le persone che difendono soprattutto la propria dignità umana e il proprio diritto a vivere in un ambiente naturale sano.

(Leggi l'intera intervista su La Provincia di Como in edicola il 10 novembre)

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