I bambini ci guardano
(Quali errori non fare)

Fa discutere il libro "I bambini crescono, nonostante gli adulti" (De Agostini). Per capire come i piccoli possano essere definiti "pediatri di se stessi", abbiamo dialogato con l'autore, medico pediatra con molti anni di esperienza.

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«Il bambino è sempre più un oggetto misterioso e le mamme hanno sempre più paura di sbagliare». Parola di pediatra. Giuseppe Ferrari ha un curriculum corposo - 49 anni e sei mesi di professione alle spalle, di cui molti trascorsi da primario di Neonatologia e Pediatria all'ospedale Mauriziano di Torino, docente universitario - ed è l'autore del libro "I bambini crescono nonostante gli adulti" (De Agostini, 479 pag., 21 euro). Si tratta di un manuale approfondito che getta un salvagente ai genitori ansiosi, non prima di averli ben strigliati e accusati di compiere, in buona fede, molti errori. Un libro che può far sentire in colpa, ma anche segnare la rotta in famiglia.

Professore, quel "nonostante gli adulti" messo nel titolo del libro è il suo grimaldello?


Ho voluto togliere la struttura intellettualizzata con cui oggi si parla del bambino, gli adulti oggi vedono sempre il bambino come patologico, mai sano; io ho voluto andare loro incontro scrivendo, in passato, dei manuali di "istruzioni per l'uso" del bambino e ora questo libro che vorrebbe cambiare l'atteggiamento degli adulti verso i piccoli. Sembro presuntuoso, ma credo in quello che ho scritto e spero che dopo il mio libro qualcosa si modifichi. Partiamo col ricordare che il bambino è un essere misterioso, ma non stupido, e invece gli adulti spesso ne sottovalutano l'intelligenza. C'è poco rispetto per il bambino, tutti ne parlano, pochi lo conoscono, tanti si sostituiscono a lui.

Detto ciò, chi diventa genitore cosa deve fare per conoscere il bambino e non sbagliare?


Deve ascoltarlo e sperare in un buon pediatra. Nel mio libro c'è un capitolo sul pediatra ideale in cui spiego che il pediatra ha il ruolo più importante nella gestione della salute del bambino e non solo fisica.
Io alla prima visita voglio conoscere tutta la famiglia e l'ambiente in cui vive il neonato, solo così posso capire e aiutare i genitori.

(Leggi l'intera intervista su La Provincia di Como in edicola il 14 novembre)

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