Delitto nel libro per bambini
L'età dell'innocenza è finita

Un omicidio, con particolari da cronaca nera e dettagli che non lasciano nulla all'immaginazione. Niente di nuovo? Non proprio, perché "L'amico di Mizù" è rivolto a un pubblico tra gli 8 e i 12 anni. Margherita Oggero, l'autrice - celebre per i romanzi che hanno ispirato la serie tv "Provaci ancora prof" con Veronica Pivetti - ha riflettuto a lungo prima di decidere.

di Carla Colmegna


La scuola le ha riempito decenni di 71 anni di vita, ma Margherita Oggero adesso ha deciso di cambiare un po'. Basta parlare di scuole, insegnanti, colleghi, ragazzi. Ragazzi? No, a loro non dice basta, anzi, li osserva ancora con molto interesse e scrive per loro. Per i più piccoli ha accettato la sfida del suo primo romanzo giallo "L'amico di Mizù", edito da Notes (53 pag., 12,50 euro). Un romanzo breve in cui non c'è nulla della Oggero della tv, quella che ha preparato la sceneggiatura di "Provaci ancora prof" con la Pivetti. In realtà, la serie tv è stata tratta dai racconti della Oggero, che esordì nel 2002 con il suo primo romanzo, pubblicato da Mondadori, "La collega tatuata", da cui è stato tratto il film “Se devo essere sincera”, di Davide Ferrario con Luciana Littizzetto. Nel 2003 la Oggero è tornata in libreria per Mondadori con "Una piccola bestia ferita".

Margherita, perché un giallo per ragazzi?

Non è la prima volta che scrivo per ragazzi, tempo fa la Einaudi mi ha proposto una fiaba, ho avuto qualche idea e l'anno scorso ho pubblicato "Così parlò il nano da giardino". È un racconto che ha parecchi livelli di lettura, ci sono animali che parlano con un nano di gesso, rimandi gioiosi e scherzosi all'epica e all'Odissea, giochi di parole e un piccolo manuale di retorica.
Sempre per Einaudi ho scritto "Il compito di un gatto di strada", ma questi due titoli erano operazioni più fiabesche, ora la Notes mi ha chiesto un giallo e, pensando ai bambini dagli 8 ai 12 anni, ho detto «proviamo».

Non pensa che i bambini si spaventino?

Me lo ero chiesto anch'io. Quando mi hanno proposto un giallo ho risposto che avrei scritto una storia con un piccolo mistero, un furto o una sparizione e invece mi hanno chiesto un omicidio perché i bambini oggi vedono di tutto, anche gli accadimenti violenti. Allora mi sono detta che doveva essere un fatto realistico, ecco perché descrivo una testa spaccata e il sangue.

(Estratto dell'intervista: leggi il testo integrale pubblicato sull'edizione del 10 dicembre)

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