Con Valeri e Littizzetto
largo alle signorine snob

Le ragazze di ieri e di oggi raccontate da due ironiche signore del palcoscenico. Littizzetto e Valeri firmano un delizioso libro (Einaudi) che fa sorridere con intelligenza. Nel confronto, spicca l'ironia della decana delle attrici e registe italiane, drammaturga e scrittrice, più vispa che mai a 91 anni. Vai al link dove parlano del volume.

di Fulvio Panzeri

A volte la differenza crea un effetto decisamente scoppiettante. È quello che accade quando si incontrano due attrici, di generazioni diverse, che hanno innovato il "comico" in Italia, portandolo sul versante raffinatissimo dell'ironia e di una satira intelligentissima dei costumi dell'Italia degli ultimi decenni.
Ecco quindi che si incontrano una Franca Valeri, che si assesta su toni più discreti, ma non certo meno graffianti, cui fa da contraltare una Luciana Littizzetto molto più libera e sboccata come linguaggio, rispetto a quel pudore con il sorrisino sulle labbra della Valeri. Accade in un libro, curato da Samanta Chiodini (autrice della trasmissione "Che tempo che fa", in onda su Raitre, condotta da Fabio Fazio), L'educazione delle fanciulle  (Einaudi) con un sottotitolo che già ne definisce il carattere, il suo sottile umorismo, la capacità di attraversare il costume e il modo in cui è stata vista la figura femminile nel Novecento italiano, visto che, a partire dai ricordi della Valeri, è possibile tracciare un arco temporale che attraversa il libro che va dagli anni Trenta ad oggi. Il sottitolo è indicativo e definisce il libro come il "dialogo tra due signorine perbene".
Con una certezza, quella che le "signorine", come si intendevano una volta, non esistono più perché il guasto e l'estinzione è avvenuto tra gli Sessanta e gli anni Ottanta, con il potere sempre maggiore che ha avuto la televisione e molti cambiamenti sociali come la legge sul divorzio e quella sull'aborto, con la liberalizzazione dei costumi. Non sono più i tempi questi in cui l'educazione era una cosa seria e obbligata e  si cresceva seguendo l'esempio delle proprie madri tra le regole del galateo e il ricamo. Oggi le donne sono più disinibite e basta leggere le cronache degli scandali politici più recenti per rendersene conto. Non è una novità se a caratterizzare le "signorine" di oggi sono le magliette con la scritta "erotic girl".
È il tono delle due attrici, nel loro dialogo, a rendere unico questo viaggio in un universo femminile che cambia, con le loro battute, con le modalità differenti di porsi di fronte all'argomento, visto che la Valeri, per la sua naturalezza di impostazione, si presenta come «una fanciulla insolita», milanese, cresciuta in una famiglia borghese, mentre la Littizzetto si autodefinisce come «una ragazza svitata, obbediente, ma trasgressiva», un dialogo basato sulla complicità, su un tono di confidenza impertinente. È un libro esilarante, che fa ridere con intelligenza, uno degli esiti migliori della scrittura a carattere comico di questi anni, un dialogo in cui le artiste-signorine divagano, per poi ritornare al tema centrale del loro dialogo e, attraverso le divagazioni, riescono a parlare di un'infinità di argomenti, di tutto si potrebbe dire, dalla cucina all'eleganza, dalle lasagne surgelate alla maternità, di quella che veniva definita "economia domestica" e, non poteva mancare, di chirurgia estetica, di coppia e di figli, di sesso e di lavoro, di spesa al supermercato e di cambiamenti dei ruoli e delle aspettative, della noia, ma anche di quelle frivolezze che rendono così interessante l'universo femminile.
Molte sono le domande che attraversano il dialogo: Valeri e Littizzetto si chiedono se esistono ancora le signorine di una volta,  come sono cambiate, che cosa sognano oggi,  quali sono i loro pensieri ricorrenti. Un esempio lo troviamo in un breve passo del dialogo. La Valeri ad esempio dice alla Littizzetto: «Cara Luciana, l'obiettivo primo della fantasia femminile è l'amore. La ragazza di oggi magari fantastica, ma su dati reali; quella di ieri, fantasticava veramente».
Gli risponde la Littizzetto: «Vedi, Franca, anche noi fantasticavamo, ma prima dovevi verificare se il Principe era azzurro o se tendeva al verde rospo. Bisogna baciarne un sacco per trovare quello che non ti allappa la lingua come i cachi acerbi». È un dialogo che si sviluppa, coinvolgendo anche aspetti personali, delle due attrici; è questo non prendersi mai sul serio, il coinvolgersi direttamente nell'assunto ironico a creare la vitalità e quel ritmo graffiante, da commedia all'italiana recitata in un salotto, senza peli sulla lingua, che ha il libro nel mettere a fuoco ricordi, illusioni e delusioni, equivoci, sogni, ma soprattutto luoghi comuni da sfatare o da reinventare, che è un po' la caratteristica che unisce queste due donne, di generazioni ed educazioni diverse, che però giocano, nel dialogo, una partita perfettamente alla pari.
Naturalmente le signorine parlano molto anche dell'universo maschile: per la Valeri «l'uso dell'uomo nella vita domestica è piuttosto recente. Negli anni che mi toccano per diritto di anagrafe l'uomo era oggetto di riguardo in alcuni casi, di ingombro in altri. Non era certo previsto come collaboratore domestico…». 
Più deciso e con qualche spregevole distinguo è invece il parere della Littizzetto: «Oggi esistono due categorie di maschi. Quelli che sono presenti in casa e aiutano fattivamente. E quelli che non fanno niente e quando fanno qualcosa rompono l'anima».

Franca Valeri e Luciana Littizzetto, "L'educazione delle fanciulle", Einaudi, pag. 112, euro 10.

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