La movida a Como?
La inventarono i nonni

A fine Ottocento le Festività aprivano, ufficialmente, la stagione mondana dei lariani. C'era voglia di divertimento: nacquero locali da ballo e ritrovi, persino all'aperto.

di Elena D'Ambrosio *

Al giorno d'oggi S. Silvestro si festeggia nei modi più disparati. Chi se lo può permettere spesso opta per un viaggio all'estero, nelle capitali europee o al caldo in qualche rinomata isola; quest'anno la crisi terrà a casa un po' di gente, sicuramente anche molti comaschi.
Ma come si trascorreva questa festa a Como, ad esempio negli anni Ottanta dell'Ottocento? Il ventaglio delle iniziative pur essendo ancora alquanto ridotto, accontentava i più. La scelta cadeva sulle opere liriche rappresentate al Teatro Sociale che per tradizione spalancava le porte a Santo Stefano, continuando con gli spettacoli fino a carnevale. L'alternativa era costituita dal Teatro Cressoni, il tempio della commedia e dei drammi teatrali, ma anche degli spettacoli di varietà.
Non mancavano i banchetti e le feste danzanti organizzate dai nascenti Circoli dedicati al tempo libero e al divertimento, che si affermeranno pienamente nel primo quindicennio del Novecento. E dopo la nottata di bagordi, ma senza gli eccessi a cui purtroppo oggi siamo abituati, il ritrovo era in piazza Duomo per ascoltare il tradizionale concerto di Capodanno del Corpo Musicale della città. Proprio sul finire del 1887 furono inaugurati due nuovi Circoli: il Circolo Excelsior e il Circolo Tersìcore (dal nome della Musa della danza).
Ma la grande novità del 1887 fu l'apertura in centro città, in via di S. Antonio e in Borgo di S. Giuliano (dal 1888 rispettivamente via Rezzonico e via Monti) delle prime sale da ballo permanenti, o meglio "Saloni Festival", come venivano denominati allora, che rappresentarono una piacevole sorpresa per la comunità. Furono i proprietari di due trattorie del posto ad avere la brillante idea di dare un po' di scossa ai comaschi. La signora Adele Guanziroli, detta Linda, proprietaria della trattoria S. Antonio che occupava uno degli edifici attigui all'ex Convento dei Carmelitani, seppe cogliere al volo una straordinaria occasione.
Infatti, si era liberato il grande e vicino salone dell'ex chiesa di S. Antonio, fino a poco tempo prima sede della Società Ginnastica Comense. Perché non utilizzarlo come sala da ballo? La Linda non ci pensò due volte. Il salone, completamente trasformato e adattato, fu inaugurato il 17 dicembre con un grande pranzo. Il giornale locale "L'Araldo" nel pubblicare la notizia, offriva ai suoi lettori una rapida descrizione del locale: «Il salone è veramente magnifico ed il modo con cui fu arredato e decorato forma un ambiente caratteristico (…). Sulle pareti corrono fregi e fiori a stemmi. Nel fondo all'entrata, il pittore ha voluto porre un gruppo di figure. Di contro il banco e dietro a questo, un'importante biblioteca di 1300 bottiglie».
Quasi contemporaneamente un'altra sala da ballo venne aperta nel vicino Borgo di S. Giuliano, di fianco alla trattoria Il Vapore e da questa dipendente. Fu innalzata una struttura in legno, «solida e ben riparata dall'aria esterna, espressamente costruita - rivela sempre "L'Araldo" -  per gli appassionati dell'arte di Tersìcore». Per le feste di fine anno questi due ritrovi cittadini - antesignani dei dancing e delle moderne discoteche - sfarzosamente addobbati e illuminati a gas, fecero la loro parte, attirando una folla allegra e vivace. E così diventarono presto un vero e proprio punto di riferimento. Aprivano i battenti nelle serate domenicali e nei giorni festivi dalle 19 alle due di notte.
Ma per gli appassionati della danza al Festival del Vapore si ballava anche di sabato, con l'accompagnamento di parte del Corpo Musicale cittadino, mentre nel Salone della Linda si alternavano diverse orchestrine. E il prezzo dei biglietti? Al Vapore il costo variava da una lira per gli uomini a cinquanta centesimi per le donne; la signora Linda, invece, applicava il prezzo unico di cinquanta centesimi, compresa una bibita (decisamente all'avanguardia!).
La sala da ballo del Vapore cessò probabilmente la sua attività già alla fine del 1888. Diversamente, il Festival della Linda continuò ancora per alcuni anni ad essere «il luogo di ritrovo del popolino allegro».
Il culmine della "stagione dei balli" coincideva sempre con le feste natalizie per proseguire oltre il carnevale, in genere fino alla fine di marzo.
Nell'autunno del 1888 il salone della Linda subì un nuovo ritocco con il contributo del noto botanico della città, Claudio Volontè. La signora Linda aveva voluto trasformare il locale in una sorta di café-chantant, secondo la moda del tempo, scritturando una compagnia di canto che avrebbe calcato tutte le sere il palcoscenico con un programma di concerti vocali ricchi di romanze famose e popolari, duetti, terzetti e pezzi al pianoforte. L'esperienza dei concerti vocali fu tuttavia una breve parentesi. Il locale riprese il suo consueto aspetto di sala da ballo molto frequentata dai comaschi.
Nel marzo 1890 il salone ospitò eccezionalmente una serie di numeri di varietà, poi non si hanno più notizie almeno fino alla fine del 1891, allorché i giornali annunciarono l'imminente avvio dei lavori di ristrutturazione e trasformazione del locale, che sarebbe diventato poco dopo la sede del Circolo Filodrammatico Comense, costituitosi l'anno precedente. Il nuovo Salone Teatro fu inaugurato nel febbraio 1892. Successivamente sarà destinato a diventare per lungo tempo sede dell'Associazione Impiegati e, in epoca più recente, sede del cinema a luci rosse Embassy.
(* Storica)

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