
Cultura e Spettacoli
Giovedì 01 Marzo 2012
Sofferenza e lutto
spiegati ai bambini
"I bambini di fronte alla morte e al lutto. Condividere il dolore del distacco". Dialogo tra Laura Romano, pedagogista ed Emanuele Basile, psicoterapeuta. A Como, Biblioteca, 2 marzo ore 20.45.
La morte è un tema doloroso, difficile da affrontare e da condividere; gli adulti, spesso, con l'intento di proteggere i piccoli, non si confrontano con loro, talvolta neppure nell'imminenza di un lutto. Ai bambini, invece, serve comprendere e condividere con le figure di riferimento le domande rispetto alla morte e la sofferenza. Certamente, occorre saper scegliere parole e comportamenti adeguati e corretti per aiutare un bambino su una questione così delicata, anche tenendo conto dell'età, che comporta differenti modi di intendere la morte. È fondamentale, sempre, dire al bambino la verità, non offrirgli risposte fantasiose, illusoriamente consolatorie, che possono confonderlo ulteriormente.
Sarebbe auspicabile parlare ai bambini della morte ben prima che essa entri nelle loro vite, prendendo spunto da piccoli accadimenti quotidiani, ad esempio un insetto trovato morto ed aiutarli a considerarla un'evenienza naturale. La morte di un animale domestico non andrebbe mai sdrammatizzata o banalizzata, ma utilizzata per insegnare al bambino l'importanza dell'espressione e della condivisione delle proprie emozioni, la possibilità di trovare conforto nell'altro.
Di fronte ad una perdita imminente, bisogna evitare silenzi, bisbigli e bugie; il bambino potrebbe interpretare il clima angoscioso come derivante da una propria colpa e soffrire di più. Meglio essere onesti e sinceri, comunicargli il dolore e condividerlo, permettendogli di sentirsi parte della famiglia. Questo è fondamentale di fronte agli eventi che seguono la morte di un caro; il bambino deve poter partecipare al funerale, all'ultimo saluto, così da avvertire la propria appartenenza alla famiglia e scoprire come condividere il dolore sia legittimo e conforti tutti. È bene non allontanare il bambino, per esempio mandandolo da amici «finchè non è tutto finito»: si sentirebbe escluso, proverebbe emozioni negative e la sensazione di essere respinto. Nel caso di una morte improvvisa e/o violenta, cui magari il bambino ha assistito, occorre ascoltare il suo racconto e non smentirlo con una versione addolcita dei fatti, per non indurlo a dubitare di sé, delle proprie sensazioni e dei propri ricordi; meglio aiutarlo ad affrontare il trauma di quanto è accaduto consentendogli di tradurlo in parole. I bambini spesso non esprimono il proprio dolore verbalmente, ma con comportamenti che è bene riconoscere ed interpretare, per poterli sostenere e aiutarli ad elaborare la sofferenza.
(* Pedagogista)
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