Cultura e Spettacoli
Mercoledì 09 Maggio 2012
Il passato ritorna a Laino
Si scava nel suo Medio Evo
Tante scoperte suggestive affiorano dal volune di Isabella Nobile De Agostini, "Tracce del passato: l'insediamento altomedievale di Laino" (Musei Civici, Como, 8 euro)
Dopo lo straordinario ritrovamento delle fortificazioni altomedievali del Monte Barro, sopra Galbiate, da qualche anno in un'altra area lariana di confine, la Valle Intelvi, si registrano i successi di scavi archeologici che riportano in luce centri fortificati fra Preistoria e Medioevo, rimasti sepolti per secoli. Si cominciò a fine Ottocento con il castelliere dell'Età del Bronzo del Monte Caslé di Ramponio (XIII-X sec. a. C.), a fine XX secolo risale lo scavo di Erbonne della prima Età del Ferro. Ora viene il luce a Laino un castrum altomedievale (VI sec.). Luoghi ameni tutti, piuttosto isolati, che conservano il fascino dell'ambiente naturale e dove è facile immaginare come potevano essere gli edifici di ciascun castrum, che è meglio chiamare alla latina, perché la traduzione castello fa subito pensare a torri e merli che non c'erano. A Laino, con splendida vista sul Lago di Lugano, una decina di edifici rettangolari affiancati si dispongono in serie lungo il pendio dell'altura segnata dalla chiesa di San Vittore e ricordano, semplificato, il complesso del Monte Barro. Il toponimo Castello e il titolo tipicamente altomedievale di S. Vittore erano indizi importanti. Sotto la chiesa c'è probabilmente la traccia, non verificabile, di un antico luogo di culto. Alla presenza di un centro di culto in questo luogo fa pensare la bella epigrafe funeraria, lì rinvenuta, che riporta il nome di Marcelliano sepolto nel 556, suddiacono della Chiesa milanese (da cui allora dipendeva la Chiesa comense, prima di passare sotto Aquileia). Marcelliano è indicato come il fondatore del castello di Laino, al quale avrebbe dedicato impegno e lavoro. In un castello non potevano mancare la cisterna per la riserva d'acqua, le armi (punte di frecce) e la suppellettile per la vita quotidiana: vasi in pietra ollare, una lucerna in terracotta, pettini in osso, e il vestiaro, anche femminile (perle in vetro colorate, braccialetti, spilloni i bronzo).
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