La lirica? Si addice a Elio
Canta anche in giapponese

Guarda la fotogallery e il video del concerto di Elio a Villa Erba, ospite del Festival di Cernobbio.

di Alessio Brunialti

Come si fa a divertire un pubblico numeroso affrontando arie d'opera con voce intonata ma non educata canonicamente al belcanto, spaziando da Mozart a Kurt Weill passando per Rossini e per oscuri autori giapponesi prima di sfociare in un trittico di composizioni contemporanee?
Semplice: bisogna essere Elio. L'artista milanese si è esibito in un padiglione di Villa Erba gremito, lunedì sera, con un repertorio che nulla ha avuto a che vedere con la parte più nota della sua carriera, quella come frontman delle Storie Tese. Accompagnato dal pianista Roberto Prosseda, indossando un vistosissimo parrucchino, si è scaldato l'ugola con "Madamina, il catalogo è questo" dal "Don Giovanni" e con "Non più andrai, farfallone amoroso" dalle "Nozze di Figaro". Il celebre barbiere di Siviglia è protagonista anche della rossiniana "Largo al factotum" dove a Elio basta sospendere per una piccola eternità le prime due sillabe di quel nome per scatenare risate e applausi a scena aperta. Oltre a "La calunnia è un venticello", la selezione di opere del maestro (anzi «collega», specifica Elio) pesarese è proseguita anche con pezzi del periodo francese, meno noti come "Un petit train du plaisir" e "La chanson du bébé". Romanze nipponiche dal testo, per noi, incomprensibile, vengono proposte con la medesima sicumera di una selezione dall'"Opera da tre soldi" di Weill e Brecht («Quando noi abbiamo fatto "Pok & Cindy", che racconta la storia di un protettore e della sua prostituta ci hanno dato addosso. Poi scopro "La ballata del magnaccia", ma siccome l'ha scritta Brecht allora va bene» dice tra il poco serio e il faceto anche se è più imperturbabile di Keaton). La parte finale è dedicata a un trittico scritto dallo stesso Elio su musiche di Luca Lombardi: "Porco", "Criceto" e "Zanzara" appartengono ai "Minima animalia", divertenti, ma ostici.
Al contrario soavi e affrontate con grande padronanza le arie proposte in apertura dal giovane soprano Sarah Tisba, selezionato da Roberta De Febo dell'Accademia Pasta che promuove i talenti in erba per tutto il Festival

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