Cultura e Spettacoli
Mercoledì 27 Maggio 2009
Quando l'aristocratico Linati
campeggiava in Bretagna
Si parla dello scrittore comasco "Carlo Linati in Bretagna", il 28 maggio all'Insubria Festival. Appuntamento a Varese, ore 18, sotto il tendone di piazza Monte Grappa, per scoprire la passione che il narratore di Rebbio nutriva per il camping.
Si chiamava Rubanera, la tenda amica di tante notti trascorse sotto le stelle, dei viaggi per l’Italia e l’Europa spesso organizzati al volo, dopo uno scambio di idee con un amico, convinto a partire a bordo della Fiat 509 spider targata 4833-Co. Sotto quella tenda, piantata a regola d’arte in riva al mare o al limitar del bosco, lo scrittore di Rebbio Carlo Linati prendeva appunti di viaggio e disegnava, oppure leggeva gli autori del luogo, naturalmente in lingua originale, per meglio documentarsi sulle tappe successive. Oggi ore 18 a Varese, nel tendone di piazza Monte Grappa che accoglie la terza edizione di Insubria Festival, dedicata alla Bretagna, la nipote di Linati, Biancamaria Mora, assieme al marito Claudio Pina, giornalista, ricorderà la figura del nonno nel presentare l’interessante riedizione di un suo scritto, «Campeggiando in Bretagna» (edito da Terra Insubre), uno dei capitoli di «A vento e sole», raccolta di racconti pubblicata per la prima volta nel 1939. Modererà l’incontro il giornalista varesino Mario Chiodetti. «A vento e sole» uscì per i tipi della Società Subalpina Editrice di Torino settant’anni fa, ripubblicato dalle edizioni Biblioteca del Vascello nel 1992, e raccoglie una serie di "pagine vagabonde" che Linati andava scrivendo per quotidiani e riviste, tra cui "Nuova Antologia" diretta da Luigi Federzoni, ministro delle Colonie di Mussolini e buon letterato con lo pseudonimo di Giulio de’ Frenzi. «Questo viaggio in Bretagna fu, come del resto tutti i suoi viaggi, dettato dalla sua gran passione per la vita "en plein air", dalla sua curiosità esterofila e dall’innamoramento per la natura. (…) "Campeggiando in Bretagna" è racconto ricco di visioni e immagini che sgorgano spontanee e improvvise dalla sua penna. Linati annota esperienze, sensazioni, emozioni, descrive luoghi, persone, atmosfere con il gusto di chi ha per l’andare "on the road" un amore appassionato e viscerale», scrive Biancamaria Mora. Era un bozzettista Linati, capace di dare il meglio nelle rapide descrizioni della natura dettate dall’emozione e dal ricordo, più che nel romanzo, dove spesso incappava in frasi involute e in uno stile troppo intellettualistico. «Il Linati più genuino non è il raffinato apparecchiatore di pastiches letterario-mondani né il gentleman che attraversa il suo tempo astraendosene. Il miglior Linati si affida a uno sguardo, un motto, una frizzante ripresa dal vivo», puntualizza Alberto Longatti. «Non il romanziere incapace di sostenere l’ampia struttura di un racconto articolato (ed è la parte della sua opera più caduca e irrecuperabile), ma il divertito rivisitatore di episodi "minori" della vita di protagonisti della storia lariana, quali Volta o Parini, l’infaticabile visitatore di paesi vicini o lontani in scritti brevi ma inevitabilmente datati (niente è più mutevole della realtà), che rinuncia all’eccessivo controllo della scrittura per abbandonarsi al piacere di ariose descrizioni». Come avviene in «Campeggiando in Bretagna», un itinerario del cuore tra Angers, Mont Saint-Michel, Carnac fino a La Baule, in cui lo scrittore lascia il posto al turista curioso e divertito.
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