Il racconto d'estate/4
Quello strano ospedale

"Ho portato mio fratello in clinica", disse Ermini all'ispettore. "Non so nulla di quel posto", rispose l'investigatore mandato a risolvere il caso di una ragazza massacrata, per cui si sospettava il fratello...

v.fisogni

Alla guardia cantonale dissi che aveva fatto un ottimo lavoro. Arrossì dal piacere. Gli brillarono gli occhi. Indossava una divisa perfetta. Insisté per farmi bere. Mi chiese se volevo visitare il luogo del delitto. «Domani», dissi. Mi informò che il corpo della ragazza era stato portato nella camera mortuaria del cimitero dopo l’ispezione del necroscopo. Gli chiesi chi fosse. Rispose che era il medico di Spatz, l’unico. Disse che conservava l’arma del delitto nel suo ufficio. Gli chiesi chi avesse scoperto il corpo della vittima. Ebbe un attimo di esitazione. Arrossì ancora. Disse che era stato il postino mentre faceva il suo giro. Il padrone della pensione ci interruppe. Era circondato da un odore di cucina. Mi chiese se desiderassi cenare da solo oppure al tavolo con l’altro ospite della pensione. Risposi che avrei gradito un po’ di compagnia. Mi informò che per cena avremmo avuto stufato di cervo con la polenta. Non salii in camera. I due liquorini mi avevano stimolato l’appetito. Aspettai da solo. Mi sentivo fuori dal mondo. C’era un silenzio pesante. Avevo nostalgia della città, del traffico, dell’aria inquinata. Su un quadernetto scrissi la parola "postino". Il padrone mi avvisò che la tavola era pronta. Una pendola batté le otto. Ermini scese dalla sua stanza. Il tavolo era apparecchiato nel locale del bar. Il padrone aveva acceso il camino. Ermini si sedette di fronte a me. Si scusò. Disse che se desideravo cenare da solo non avevo che da dirlo. Dissi che scambiavo volentieri qualche parola. Mi ringraziò. Gli chiesi da quanti giorni fosse lì. «Tre giorni fa ho portato mio fratello in clinica», disse. La clinica cominciava a incuriosirmi. Glielo dissi. «Lei è qui per altri motivi?», chiese. «Per l’omicidio», dissi. Ermini impallidì. Lo notai, non dissi niente. «Pensavo che anche lei avesse qualcuno in clinica», disse. Il padrone ci servì l’antipasto. Disse che per il cervo dovevamo pazientare un po’, la polenta non era pronta. «Abbiamo tutto il tempo», disse Ermini. «L’alta montagna è opprimente», dissi. Per tutta risposta Ermini guardò la finestra alle mie spalle che incorniciava il buio di fuori. Fu lui a tornare sulla clinica. Gli dissi che non ne sapevo niente. Mi spiegò che la clinica del professore una volta era un sanatorio. Il professore aveva acquistato tutto il complesso, otto anni prima, dal comune di Spatz. Era stato un affare da miliardi. Il professore vi si era installato con tutta la sue equipe. Aveva deciso di mettersi in proprio dopo aver lavorato per oltre vent’anni all’estero. Aveva fatto ristrutturare tre padiglioni. Uno era la clinica vera e propria, gli altri due erano le residenze del personale. Un quarto era inutilizzato, cadeva in rovina. Il professore riceveva solo casi selezionati attraverso un esame preventivo della documentazione, un filtro necessario per evitare scocciatori o casi che avrebbero potuto essere affrontati altrove. Per molti la clinica era l’ultima spiaggia, molti dovevano al professore la vita. Era l’ultima spiaggia anche per suo fratello, disse Ermini. Il professore l’aveva accettato quattro giorni prima, con un telegramma indirizzato a lui. Aveva dovuto contattare un numero telefonico. Una segretaria gli aveva dato un secondo appuntamento telefonico per il giorno successivo. Quindi aveva ricevuto le istruzioni. «Non sapevo nemmeno dove fosse Spatz», disse Ermini. «Nemmeno io», dissi. «Ho dovuto consultare una cartina per scoprirlo». «Anch’io». «Ora è là che aspetta di essere operato». Mi stava venendo sonno. Ma quelle storie di malati e operazioni mi avevano turbato. Chiesi al padrone un bicchierino di liquore. «Quando sarà l’intervento?», domandai. «Forse domani», rispose Ermini. «Buona fortuna», dissi sorseggiando il liquore. Ermini non volle bere con me. Un tremore gli agitava le mani. <+G_DISTICOcors>(4a puntata. continua)

Cultura e Spettacoli

Martedì 04 Agosto 2009

Il racconto d'estate/4
Quello strano ospedale

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