<Noi, circensi originari di Como
portiamo quest'arte nel mondo>

I Casartelli, imparentati con la famiglia Togni, oggi gestiscono il Medrano

C’è un ramo comasco nella dinastia Togni, una delle famiglie circensi più amate al mondo, che ha appena festeggiato con un grande show al Palasharp di Milano i suoi 130 anni di storia.
I Togni, infatti, sono imparentati da più di un secolo con i Casartelli, originari di Camerlata.
Ad aprire per noi il libro di famiglia è Davio Casartelli, 53 anni, figlio di Leonida e Wally Togni, un passato da acrobata, domatore, trapezista e clown ed oggi dirigente del circo Medrano.
La si può considerare un comasco doc?
No, noi del circo siamo nomadi, io per esempio sono nato a Rimini, ma nelle mie vene scorre sangue comasco. I miei trisavoli, infatti, erano di Camerlata, ma oggi lì non abbiamo più parenti, solo tanti amici, come quelli dell’Associazione «Noi Casartelli», che ogni tanto mi invitano ai loro convegni.
E come è nata la parentela con i Togni?
Risale ai primi del ’900, quando le due famiglie si sono incontrate per lavoro e poi sono nati gli amori. All’epoca ci si esibiva anche nei teatri, soprattutto d’inverno, quando non c’era la possibilità di riscaldare il tendone. Allo spettacolo di varietà e avanspettacolo seguiva il circo,  e poi ci si divideva i compensi. Pensi che il mio bisnonno ha lavorato con Totò e Petrolini.
Ad un certo punto i Togni e i Casartelli si sono specializzati ciascuno in un determinato tipo di circo, noi per esempio negli anni Cinquanta abbiamo rilevato il circo Medrano e abbiamo dato tanta importanza ai numeri con gli animali.
Che cosa vi lega a Como?
Tanti ricordi e anche un pezzo di storia di famiglia con la "S" maiuscola. Più volte mio padre mi ha raccontato che in tempo di guerra, mentre il circo era stanziato a Como e non poteva muoversi, i partigiani, fuggendo dai tedeschi, hanno chiesto e trovato protezione tra i nostri carrozzoni. Anzi, in seguito i Togni e i Casartelli hanno partecipato attivamente alla liberazione di Como.
È vero che lei è stato un grande domatore?
Sì, dopo aver fatto per tanti anni l’acrobata. Come domatore ho l’onore di essere stato l’unico italiano ad aver messo una tigre sopra un elefante.
Cosa risponde a quanti criticano la presenza di animali nei circhi?
Non sono degli animalisti, sono dei fanatici che non conoscono il mondo del circo! Gli animali sono il nostro patrimonio, nascono, vivono e crescono con noi. Sono curati e seguiti dai nostri veterinari. Pensi che il più grande circo europeo, il Krone, che conta 200 animali, è sponsorizzato dal Wwf tedesco. In Italia ci sono 150 circhi, di cui 120 fanno parte dell’Ente Nazionale Circhi che controlla anche come vengono trattati gli animali, gli altri 30 sono banditi.
Quanto è importante la famiglia per voi circensi?
Moltissimo! E le nostre non sono famiglie allargate, come va di moda oggi, con matrimoni doppi. Noi circensi siamo tradizionalisti. Quei famosi cancelli che ci separano dal mondo per noi sono una barriera salutare. Sappiamo che fuori ci sono pericoli come la prostituzione, la droga, l’alcol, ma i nostri ragazzi sono "puliti". Nel circo c’è ancora molto rispetto per gli adulti, quando ci si vuole sposare bisogna chiedere il permesso ai genitori. C’è molta educazione e cordialità pur essendo una grande famiglia, che unisce sotto uno stesso tendone cattolici e musulmani.
Come è cambiato il vostro modo di vivere?
Certamente il benessere è arrivato anche da noi, non ci muoviamo più in carrozzoni, come i nostri avi, ma in moderne e confortevoli roulotte. Anche i nostri giovani navigano in Internet, inoltre hanno la possibilità di studiare e di specializzarsi all’Accademia di Arte circense. Purtroppo in Italia da trent’anni ne esiste solo una, a Verona.
Alcuni suoi nipoti lavorano con il Cirque du soleil...
Gli artisti del circo sono come i calciatori, hanno i propri agenti e capita di lavorare con diverse compagnie. La differenza tra noi e i calciatori sta nella notorietà e nei compensi.
Da quanti anni mancate da Como?
Come circo da quasi dieci anni, ma speriamo di avere l’opportunità di tornarci presto.

Ylenia Spinelli

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