La Longhi: "Inno nello spot
C'è altro per cui indignarsi"

L'attrice italiana nella contestata pubblicità con "Sorelle d'Italia"

È dedicato a “Italia, Vittoria, Laura e tutte le altre”, pubblicizza una nota marca di calze e ha fatto discutere non poco per la scelta di accompagnare le immagini con una versione al femminile dell’Inno di Mameli. Italia s’è desta, si cinge la testa non con l’elmo, ma con il casco che le passa il suo ragazzo (Scipione?), e dov’è Vittoria? Porge la chioma alla mamma che le fa la treccia: è “schiava” della bellissima Roma che guarda dalla terrazza. “Sorelle d’Italia”, uno spot che fa discutere e, quindi, La Provincia ne discute con l’attrice comasca Lavinia Longhi che è tra le protagoniste di questa pubblicità realizzata da un’agenzia di successo come la Saatchi & Saatchi che ne ha  affidato la regia a Luca Lucini, autore di un grande successo commerciale come Tre metri sopra il cielo, ma anche di opere più mature come Amore, bugie e calcetto e Solo un padre.
«Faccio mie le considerazioni del sottosegretario di Stato alla difesa Guido Crosetto - dice la Longhi - Ci sono altre cose per cui indignarsi. Di tutti gli interventi che ho sentito in questi giorni mi sembra quello più condivisibile».

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