Lo sfogo di Italo Gomez:
"All'Autunno solo vane promesse"

Il fondatore dell'associazione traccia un amaro bilancio: "Aspettavo risposte dal sindaco che non sono mai arrivate"

"L’Autunno Musicale è costretto a migrare a Milano, ma non abbandonerà mai del tutto Como, la città che lo ha visto crescere ed evolversi, per quarantadue anni di lunga ed entusiasmante avventura in musica. Io, Gisella Belgeri e tutti quelli che lavorano per questa realtà culturale ci sentiamo obbligati nei confronti della cittadinanza e non, beninteso, verso una municipalità che non ha saputo e voluto mantenere le sue promesse, fatte dal sindaco Bruni in persona e da altri rappresentati delle istituzioni locali.
Di fatto, le trecento lettere e oltre che sono arrivate da tanti cittadini, senza contare quelle di personaggi del mondo culturale e artistico, dimostrano che, ora come ora, la città non è rappresentata dalle sue istituzioni".
È un atto d’accusa, ma anche una promessa, il saluto di Italo Gomez alla città di Como. Nel giorno in cui si sancisce l’addio dello storico festival al capoluogo e al territorio lariano, ci sono però motivi per continuare a sperare nella presenza di iniziative musicali di qualità anche in casa nostra.
"Abbiamo sempre avuto due doveri – spiega ancora Gomez – il primo verso la musica. Il secondo è verso Como e i suoi abitanti. Per questo, pur confermando la scelta di trasferire a Milano la programmazione relativa alla musica classica, abbiamo scelto di continuare qui a Como il progetto molto interessante sulla musica sacra nelle chiese della città.
In particolare, agganciandoci alle celebrazioni per il nono anniversario della nascita di Sant’Anselmo, sto preparando una programmazione che coinvolge alcune tra le chiese più importanti della città, sia dentro che fuori le mura".
"Ho sempre cercato di far capire agli amministratori – conclude Gomez – che è necessario creare sinergie ad ampio respiro, anche all’estero, per far conoscere Como e il suo portato culturale. Il risultato è stato pressoché nullo. Si pensi, ad esempio, alle grandi mostre. Ho sempre sostenuto che sarebbe stato giusto valorizzare l’inesauribile tesoro dei Magistri Cumacini, vera peculiarità che attirerebbe migliaia di visitatori e invece si cercano mostre all’estero. Per non parlare poi della freddezza con cui sono state accolte le mie idee su sinergie anche in questo ambito".

© RIPRODUZIONE RISERVATA