Allam e Maggiolini
Dialogo sulla conversione

L'incontro di Como partirà dalla fede per addentrarsi nell'attualità
Magdi Allam: "Di Maggiolini apprezzo il rigore e la capacità di denuncia"

Magdi Cristiano Allam, vicedirettore del «Corriere della Sera», incontra il vescovo emerito Alessandro Maggiolini. L’appuntamento è per il 1 ottobre a Como dove, alle 18,30 nella sala conferenze dell’Associazione Carducci di via Cavallotti, 7, Allam presenterà il suo libro «Grazie Gesù. La mia conversione dall’islam al cattolicesimo» (Mondadori). Introdurrà Anna Veronelli, assessore alla Famiglia, Scuola e Università del Comune di Como. A partire dalle 17, Allam incontrerà i lettori per la firma delle copie del libro nei locali della libreria Ubik - organizzatrice dell’incontro con il patrocinio del Comune di Como - in piazza San Fedele, 32.

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Si è discusso e polemizzato molto sulla conversione di Magdi Allam, soprattutto sulla scelta di renderla pubblica, di farla cadere sotto gli occhi di milioni di telespettatori che hanno potuto seguire in diretta il rito battesimale celebrato dal Papa durante la veglia pasquale dello scorso 22 marzo nella basilica di San Pietro. Sull’eclatante decisione del vicedirettore del Corriere della Sera che ha definitivamente reciso i legami con la religione del Corano abbracciando apertamente la fede cattolica, il vescovo emerito di Como Alessandro Maggiolini aveva espresso sentimenti di grande stima e ammirazione.
«In un periodo di esitazione e di paura di fronte ad una persecuzione almeno latente - così commentò Maggiolini in una lettera indirizzata allo stesso Allam - appare una benedizione di Dio che persone come te e come Benedetto XVI mettano da parte paura e diplomazia e parlino con la chiarezza di una fede per la quale il Signore Gesù è morto e risorto. Grazie per questo richiamo a una fede limpida e forte… Chissà che questo gesto di chiarezza e di forza non aiuti a ridare dignità e vigore anche a noi preti e a noi cardinali e vescovi…»
Questo il messaggio che insieme a tanti altri, trova spazio fra le pagine del libro autobiografico di Magdi Cristiano Allam e che ancora  promette una  carica di provocazioni.

Tra fede e ragione
Il confluire di emozioni e di pensieri, di "fede e ragione" da declinare rigorosamente insieme, costituisce certamente il filo conduttore di un’intesa che, del resto, è facile veder riflessa nitidamente in molti scritti del vescovo Maggiolini. Il primato della fede cristiana e la denuncia del relativismo, ad esempio, rimbalzano spesso con accenti particolarmente decisi: «La condizione del cattolico è oggettivamente più completa rispetto a quella degli altri» si legge ne La fine della nostra Cristianità dove affiora un giudizio preciso sul valore delle altre tradizioni religiose.
«A tali  religioni si deve rispetto senza sottacerne limiti ed errori… La Chiesa cattolica non è una via di salvezza tra le altre - viene chiarito a pagina 146  dove si affronta il tema del dialogo interreligioso terreno di facili fraintendimenti e divergenze anche nello stesso mondo ecclesiale - Il cattolico non può considerare le religioni non cristiane come equivalenti o complementari alla Chiesa cattolica. Esse fungono invece, da preparazioni evangeliche - per ciò che di vero e di valido possiedono e che è frutto dello Spirito Santo -; si pongono come occasioni o pedagogie che in vari modi e in diversi gradi aprono i cuori all’azione di Dio».
E a proposito dell’Islam, che oggi Magdi Allam definisce la religione del Dio "incartato " facendo riferimento ai contenuti cristallizzati delle pagine del Corano, lettera morta rispetto all’annuncio vivo del "Dio incarnato", il vescovo nel suo Declino e Speranza del Cattolicesimo così approfondisce l’analisi sullo stesso tema: «Il musulmanesimo recepisce qualche spunto - più esteriore che altro - dell’Antico e del Nuovo Testamento. Ne equivoca, però, il senso. Il Dio islamico è un essere che non si curva sull’uomo e sull’universo con amore; la rivelazione non è compiuta dal Figlio di Dio, ma è contenuta nel libro del Corano scritto dal profeta quasi sotto dettatura…».
Ma l’accento accusatorio più pesante è comunque quello rivolto «alla nostra Cristianità»  che - così precisa lo stesso Maggiolini nell’opera che ne prospetta "la fine"- «non pare attaccata dall’esterno, ma sembra desiderosa di omologarsi alla cultura della nostra società e di estenuarsi ed estinguersi, ormai rassegnata e dimissionaria».
Laura d'Incalci

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