Andrea Prevignano:
«Musica elettronica,
viaggio in 100 dischi»

L’etichetta Asbestos Digit festeggia i suoi primi cinque anni. «Ora anche podcast su Instagram»

Giornalista e speaker di Radio Deejay, dagli affezionati ascoltatori conosciuto come “il Previ”, Andrea Prevignano è appassionato ed esperto conoscitore di musica a tutto tondo: ha collaborato con le riviste “Rumore!” e “Musica” ed è autore del saggio sulle avanguardie rock americane degli anni novanta “Noise” (Castelvecchi editore) e di “Nirvana - Kill Your Friends” (Arcana) - scritto con Gianluca Polverari - sull’interpretazione dei testi di Kurt Cobain. Cinque anni fa ha deciso anche di dedicarsi ad un nuovo progetto, ideando una weblabel. Chi, come chi qui scrive, ama spaziare tra i generi, non potrà che esserne incuriosito.

Il 5 marzo scorso si è “celebrato” il compleanno della tua etichetta musicale web, nata dalla voglia di riunire e recuperare i lavori inediti di alcuni dei gruppi della scena locale della tua città; quali sono i risultati che avete raggiunto, da allora? Il panorama di ascoltatori e musicisti si è ampliato?

Asbestos Digit è nata per mettere insieme i talenti sopiti di molti amici che negli anni Ottanta e Novanta avevano popolato la scena indie rock - insospettabilmente ben nutrita - di Casale Monferrato, la mia città d’origine. A distanza di tanti anni sono andato a scovarli tutti e ho chiesto loro di rimettersi all’opera, questa volta invitandoli a superare i limiti armonici e melodici tipici del rock, a servirsi di tecnologia elettronica. Nel giro di cinque anni ho pubblicato su Bandcamp (asbestosdigit.bandcamp.com) quasi cento titoli per più di trenta artisti coinvolti. L’idea rimane quella di fare incrociare le esperienze, di alimentare collaborazioni, di nuovi fronti. La cosa, insomma, mi è sfuggita piacevolmente di mano.

A chi si volesse approcciare la musica che Asbestos Digit propone come suggeriresti di farlo?

Liberandosi da lacci e lacciuoli e superando l’idea di forma canzone. Lasciandosi trasportare in territori non troppo conosciuti: dark ambient, power electronics, harsh noise, ma anche sperimentazione elettronica colta ed extracolta. Asbestos Digit non è propriamente un’isola pop, ecco. È piuttosto un percorso per viaggiatori molto avventurosi. E so che là fuori ce ne sono più di quanto si creda. Rimango dell’idea che, come diceva qualcuno, “je dois apprendre aux curieux” (frase che spiccava alle spalle di Philippe Daverio nello studio di “Passepartout” ndr).

Da un punto di vista strettamente personale, quanto sei soddisfatto di essere riuscito a portare avanti il lavoro, nonostante i molti impegni legati soprattutto alla radio?

Tutto è nato con l’idea di rintracciare tanta gente che sentivo sporadicamente, di proporre loro una sfida. Se la cosa si fosse arenata dopo tre titoli, sarei stato comunque soddisfatto. Cinque anni dopo Asbestos Digit è viva e vegeta, è una bambina cresciuta in fretta, che avrebbe bisogno di maggiori attenzioni, lo ammetto. Un’etichetta con quasi cento uscite avrebbe bisogno di una struttura più professionale che non posso permettermi, avrebbe bisogno di maggiore spinta promozionale, di un piccolo management. A Deejay sono occupato dalla mattina presto alla sera: ammetto che le cose si sono piuttosto complicate.

Nel frattempo è partito un nuovo progetto: i Bruit Mixtape, percorsi di sola musica da te mixati; il primo è stato “001. Aux Femme Phénoménales”.

Perché la scelta di non accompagnare il suono con una - seppur breve - introduzione?

I Bruit Mixtape sono una riedizione di ciò che già facevo molti anni fa per una radio locale catanese. Si tratta di podcast on demand che offro via Instagram. Sono mixati di circa trenta minuti, dedicati a musiciste e compositrici che stanno facendo o hanno fatto grande la musica elettronica di ricerca. Funziona così: chi mi segue sul mio profilo Instagram - @asbestos_digit - può chiedermeli privatamente. Non voglio sottoporli a tutti, solo agli interessati. Il file è accompagnato da una breve spiegazione della musica selezionata. Ho deciso di non aggiungere la mia voce per agevolare un ascolto più attento. Diciamo che l’operazione ha avuto successo. A presto la seconda puntata di cinque previste per ora. Poi vediamo se continuare.

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