Argerich, pubblico e privato
"Al festival mi sento in famiglia"

Mentre cala il sipario sull'evento musicale internazionale di Lugano, la grande pianista si confida ai lettori de "La Provincia"

Dopo venti giorni di full immersion cala il sipario il 28 giugno, al Palazzo dei Congressi a Lugano, sulla settima edizione del «Progetto Martha Argerich», realizzato dalla Radiotelevisione Svizzera e dalla Bsi. Sul palco, per il concerto conclusivo, l’Orchestra della Svizzera Italiana diretta da Charles Dutoit. Solisti Nicholas Angelich ("Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra" di Ravel), Renaud Capuçon ("Concerto n. 1 per violino e orchestra" di Bartok), la star del festival Martha Argerich ("Concerto n. 3, op. 26 per pianoforte e orchestra" di Prokofiev) e Geza Hosszu-Legocky ("Havanaise op. 83 per violino e orchestra" di Saint-Saëns). Completa il programma il Concerto "Dumbarton Oaks" di Stravinskij. Con la consueta disponibilità, grazie all’amicizia sbocciata in questi sette anni di festival, ci è stato possibile colloquiare con la "divina" Martha, una donna, non solo un’artista straordinaria, ricca di umanità.
In questa edizione sono stati presenti due eccellenti musicisti, quali il direttore Charles Dutoit e il pianista Stephen Kovacevich che, per altro, sono stati suoi mariti. È stata dunque un’edizione doppiamente "familiare" secondo lo spirito del «Progetto»
Sì. È vero. Sono dei musicisti meravigliosi e sono legata a loro da profonda amicizia. Stephen è il padre di Stephanie, la mia figlia minore, mentre da Charles è nata Annie, la mia secondogenita. Quest’anno Lyda, la primogenita, non ha potuto essere presente al festival poiché ha appena avuto un bambino il 3 giugno, David, dal pianista Vladimir Sverdlov. Con Charly suono moltissimo e siamo molto amici. Da molti anni non suonava a Lugano e quest’anno ha voluto essere presente. La cosa mi ha fatto molto piacere. Stephen è un musicista meraviglioso e un pianista straordinario. Ha avuto proprio recentemente qualche problema di salute, gli hanno inserito un pacemaker, in questo momento è un po’ fragile, tuttavia è in forma smagliante. È stato contento di essere qui a Lugano e vorrebbe ritornare anche il prossimo anno.
Ci sono però state anche assenze di rilievo come quelle di Polina Leschenko e Gabriela Montero…
Sì e mi è spiaciuto moltissimo. Credo che Polina abbia avuto altri impegni, mentre Gabriela non ha potuto essere presente poiché ha dovuto restare in America per motivi familiari; ha dovuto restare vicino alle figlie, però mi manca moltissimo. Lei è veramente una maestra dell’improvvisazione e sa trovare un tocco particolare anche per la musica jazz. È unica.
Quest’anno, per la prima volta, ha eseguito il «Concertino per pianoforte, due violini, viola, clarinetto, corno e fagotto» di Janacek…
Mi piace moltissimo e mi ha fatto molto piacere suonarlo. Janacek è un autore che amo in particolare. Avevo sinora suonato la sua "Sonata per violino e pianoforte", ma sono contenta di avere scoperto questo "Concertino". Adoro il suo mondo. È una composizione molto difficile da suonare, ma mi ha fatto molto piacere averlo proposto in pubblico. Spero di avere comunicato questa gioia di suonarlo con la mia interpretazione. Stupendo è, per esempio, il dialogo con il corno (I movimento, nda)".
Qualcuno ha scritto che in gioventù aveva un temperamento esuberante. Ritiene che sia vero?
Quando mi sente suonare cosa pensa?
Alberto Cima

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