Baby Band/5: Abyss of Fire
<Suoniamo solo la nostra musica>

Nel gruppo cinque studenti dai 17 ai 19 anni con la passione per l'heavy metal

Tra le giovanissime band lariane sembra delinearsi una vera e propria passione per l’heavy metal. Tra i generi musicali prediletti dalle formazioni più giovani del panorama musicale locale, infatti, sembra avere la meglio proprio il rock duro, dalle sue prime apparizioni negli anni ’70 fino alle ultime versioni, più estreme e contaminate. È quanto emerso anche da questa nuova puntata, protagonisti gli Abyss of Fire, un agguerrito quintetto di diciottenni della città, determinati a dare sfogo ai volumi di chitarre basso e batteria per il raggiungimento del successo. A parlarcene è il cantante della formazione, Marcello Enderti, studente al Liceo Linguistico Casnati di Como.
Qual è stato il motivo che vi ha spinto a formare una band?
Siamo quasi tutti coetanei, abbiamo tutti 18 anni, tranne il bassista, che ne ha 17 e tra l’altro è mio cugino, e uno dei due chitarristi, che ne ha 19. Adesso frequentiamo scuole diverse, ma alcuni di noi si conoscono dai tempi dell’asilo. Da sempre coltiviamo questa passione per il metal, così, abbiamo deciso di fare sul serio fondando un gruppo.
C’è qualche gruppo famoso al quale vi ispirate?
Vogliamo subito precisare che non facciamo pezzi di altri, ci siamo imposti di creare qualcosa di originale. A livello di sonorità, il nostro punto di arrivo è rappresentato dai Metallica, che tutti stimiamo molto.
Non deve essere facile farsi ascoltare dal pubblico con brani totalmente inediti…
Infatti, nei locali sembra che la gente sia disposta ad ascoltare soltanto musica già nota, cover, insomma. Non è una cosa che riguarda solo la nostra città, ma una tendenza nazionale che certo non aiuta chi cerca di emergere.
Il metal è un genere di nicchia, non pensate che sia ancora più difficile trovare spazi per suonare?
Sì, ma siamo un gruppo molto unito, crediamo in quello che facciamo e andiamo avanti. Sogniamo, un giorno, di incidere il nostro primo disco e poi di arrivare lontano.
Ma cosa ascoltano perlopiù i vostri coetanei?
In generale i ragazzi della nostra età preferiscono le discoteche e la musica dance al rock. Abbiamo comunque un notevole gruppo di amici ed appassionati del metal che ci sostiene e ci segue, dalle prove ai concerti. 
Esiste più solidarietà o rivalità tra i gruppi che incontrate nelle sale prova e ai concerti?
Durante i concorsi per gli emergenti spesso c’è molta rivalità. Essendo una gara è anche normale. Ma se a volte si arriva a non sopportarsi, in altri casi, invece, prevalgono rispetto e stima. Dipende anche dal carattere dei singoli componenti, si può socializzare di più o di meno come in qualsiasi altro ambiente.
Cosa manca a Como per un gruppo giovane come il vostro?
Anche se ultimamente si è creato qualche spazio in più, soprattutto grazie ad alcuni concorsi come quello di Nota su Nota al Teatro S. Orsola, che tra l’altro ci ha permesso di esibirci anche alla Notte Bianca, e alle iniziative di Nerolidio, in città servirebbe qualche occasione in più per suonare dal vivo. Così i gruppi potrebbero fare veramente esperienza e crescere artisticamente senza aspettare per forza un evento come la Notte bianca o la possibilità di suonare nei pochissimi locali che non richiedono cover band.

Fabio Borghetti

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