Bozzetto e il Signor Rossi:
"Gli assomigliamo un po' tutti"

A Como il grande maestro d'animazione ha rievocato come nacque la sua più famosa creatura. "Mi ispirai ad Alberto Sordi"

Tornare bambini per poco più di un’ora, al cospetto del più grande maestro dell’animazione italiana. Bruno Bozzetto ha incontrato il pubblico al Cineplex Astoria, il 23 ottobre, per "Piccolo grande cinema – La festa di arrivano i film", sotto gli auspici dell’assessorato provinciale alla cultura e dell’Inail di Como che ha consegnato all’artista un riconoscimento per il suo personaggio, forse, più celebre che ora, grazie a un restauro operato dalla Fondazione cineteca italiana di Milano.
"I sogni del signor Rossi" è uno dei tre film del simpatico omino: tutti, ha annunciato l’autore, saranno presto riediti in dvd. «Ma l’emozione di rivederlo in pellicola non ha pari», conferma l’autore che difende Rossi, «ottimista inguaribile, un po’ un Paperino. È nato casualmente da un corto inviato a un festival a Bergamo, racconta. Il direttore me lo ha rifiutato e io l’ho messo in caricatura. Solo esteriormente, però: di sicuro c’è molto di me, di mio padre».
Da quello spunto i primi filmati: «Volevo prendere in giro gli italiani in vacanza mi sono chiesto "perché inventare un protagonista nuovo?". Così è diventato proprio un attore, un po’ il mio Alberto Sordi». L’interessamento della Rai ha portato a degli short, poi alla partecipazione al celebre "Supergulp". Poi si è passato al film. La voce fu quella di Carlo Romano (doppitore di Jerry Lewis ma anche di Nick Carter) ma Rossi nacque muto. «Ci sono due Rossi, quello più irascibile dei sette cortometraggi, senza dialoghi e quello dei film». Rispondendo alle domande del direttore de "La Provincia" Giorgio Gandola e della professoressa Francesca Lipari della Cineteca, Bozzetto ha strappato applausi e sorrisi con i suoi aneddoti.

Alessio Brunialti

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