Camilla Filippi e la fiction italiana
«Cresce, ma non nei budget»

Televisione: l’attrice impegnata ne “Il silenzio dell’acqua”su Canale 5 analizza per La Provincia lo stato dell’arte

Camilla Filippi è tra gli interpreti principali della serie televisiva “Il silenzio dell’acqua”: la terza puntata sè andata in onda ieri sera su Canale 5.

L’attrice dà forma al personaggio di Roberta, moglie del protagonista maschile della fiction, il vicequestore del commissariato di Castel Marciano Andrea Baldini (Giorgio Pasotti).

«Sono una madre e una compagna che per vivere lavora la ceramica. Sono andata a lezione per imparare ad usare il tornio e lavorare la creta» racconta Camilla Filippi. Caratterizzata dalla presenza di una pluralità di personaggi, la fiction creata da Jean Ludwigg e Leonardo Valenti ricorre alle tonalità espressive del thriller psicologico per costruire il mistero e incrementare sospetti e ambiguità: «Credo che scoprire cosa accade dietro le porte chiuse sia qualcosa che fin da piccoli ci affascini. I piccoli luoghi aiutano il mistero, si pensa di conoscersi tutti ma alla fine non ci si conosce». In virtù delle vibrazioni emotive ingenerate nel pubblico, tali espedienti narrativi risultano ampiamente radicati nel mercato della produzione seriale televisiva - «gli spettatori vengono continuamente sollecitati nella ricerca della scoperta del colpevole, più raffinata è la scrittura più sarà coinvolgente il gioco» spiega Camilla , la quale esprime una considerazione inerente all’attuale condizione in cui si trova il mercato televisivo italiano, collocato dall’attrice in un «momento felice» dove «si cerca di sperimentare di più sia nei contenuti che nel linguaggio con cui le tematiche vengono affrontate».

La moltitudine di stili narrativi, congiuntamente al costante sviluppo di argomentazioni e tematiche, concede alla serialità televisiva un crescente valore sociale, nutrito dalla costanza con cui vengono rappresentati i caratteri e le sfumature della società contemporanea. Tale rappresentazione avviene attraverso variegate soluzioni interpretative e per mezzo dei numerosi generi di narrazione, da quello drammatico alla commedia: «Credo non sia un genere specifico a condizionare emotivamente il pubblico, ma la possibilità di riconoscere un’emozione vissuta o immaginata» sostiene l’attrice , la quale ha altresì interpretato uno dei personaggi centrali della dramedy trasmessa da Rai 1 “Tutto può succedere”, adattamento italiano della serie statunitense “Parenthood” e incentrato sul racconto della realtà sociale della famiglia.

Benché siano evidenti i progressi compiuti dalla fiction italiana, persistono differenze significative rispetto alla produzione televisiva internazionale, differenze che Camilla Filippi attribuisce soprattutto ai budget : «Sono molto differenti e questo è un fattore determinante a partire dalla scrittura per poi arrivare alla messa in scena». n
Luigi Spezzi

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