Dalla notte all’estate: sempre tour
Van De Sfroos sul fronte del palco

Questa sera al Malt Generational Music Festival di Arluno (Milano)

Non pubblica un album di inediti da “Goga e Magoga”, ormai di cinque anni fa, ma la voglia di cantare dal vivo è tornata prepotente in Davide Van De Sfroos e così, a quella che è un’attività consolidata da scrittore – il suo ultimo volume, “Taccuino d’ombre”, è in tutte le librerie – si affianca il “Vantour 2019”, “figlio” di quel “Tour de nöcc” che ha riportato l’artista lariano nei teatri. In quelle esibizioni lo accompagnavano l’inseparabile violinista Angapiemage Galliano Persico con Riccardo Luppi ai fiati, Paolo Cazzaniga alle chitarre e Francesco D’Auria alla batteria e alle percussioni.

A loro si sono aggiunti Alessandro De Simoni alla fisarmonica e Simone Prina al basso per una serie di concerti che, stasera, sabato 8 giugno, impegna Van De Sfroos al Malt Generational Music Festival di Arluno dopo il debutto allo “Spirito del pianeta” di Chiuduno.

Le prossime date saranno domani al “Open Air Al Lagh Festival” di Locarno, il 15 giugno al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna (Novara) a pagamento; il 28 giugno a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) per l’anteprima del festival “Dal Mississippi al Po”; l’11 luglio a Villa Venier a Sommacampagna (Verona), il 13 luglio al Parco Garibaldi di Villaguardia (Como); il 18 luglio in piazza San Giorgio a Lerici (Spezia), il 3 agosto a Edolo (Brescia) per il festival “Dallo sciamano allo showman”; trasferta sarda il 4 agosto a Valledoria (Sassari) per il Rock’n’Beer Fest; il 17 agosto a San Vincenzo Valle Rovereto (L’Aquila) in piazza della Vittoria; a Tirano il 25 agosto nella piazza delle Torri Plozza Wine Group; al Teatro Ariston di Sanremo il 5 settembre a conclusione di questo bel giro di concerti.

Intanto d’estate si può leggere Van De Sfroos: c’è, come detto “Taccuino d’ombre”, che raccoglie delle originali prose poetiche, in parte già pubblicate dal “Corriere della Sera” nella rubrica “Random”, ma qui arricchite da una serie di immagini, i “ritratti d’ombre” realizzati dallo stesso Bernasconi con almeno due reminiscenze sicure, quella dei Grandi Antichi di Lovecraft, quelli d’ispirazione acquatica, ma anche le raffigurazioni delle divinità delle civiltà precolombiane.

Ma c’è anche “Ladri di foglie”, pubblicato alla fine dello scorso anno, che ha rappresentato un vero e proprio ritorno alla vita pubblica per Bernasconi dopo un periodo di crisi umana e artistica che ha deciso di condividere con chi lo ha sempre seguito. E a giorni si attende la nuova edizione de “Il mio nome è Herbert Fanucci”.
A. Bru.

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