Dylan, doppio sogno a Milano
La “leggenda” 60 anni dopo

L’evento L’artista e premio Nobel per la letteratura, che nel ’63 aveva esordito in Italia, al Folkstudio di Roma, sarà sul palco degli Arcimboldi il 3 e 4 luglio

Per anni è stata solo una leggenda urbana, che si tramandava da bocca di cantautore a orecchio di giornalista, con più di un dubbio sollevato in merito.

La leggenda diceva che Bob Dylan, all’epoca sconosciutissimo in Italia, fosse arrivato qui alla ricerca del suo amore fuggiasco, Suze Rotolo, finendo al Folkstudio di Roma esibendosi davanti a un pubblico sparutissimo (un migliaio di spettatori in 40 metri quadri) e... E qui la storia si divide: chi dice che fu fenomenale, chi che, invece, fu tremendo, comunque lasciò un’impronta in tutti.

Sessant’anni dopo sono le stesse reazioni che accompagnano un concerto di quello che, nel frattempo, è diventato il singolo cantante e autore più importante della sua generazione, rocker tra i più influenti del Novecento, punto di riferimento ineludibile per tutti e se ha meno Grammy Award di tanti colleghi più pop, se ha vinto Oscar, Golden Globe, ha ottenuto la medaglia speciale del Presidente Usa, la Legion d’honneur ed è, naturalmente, nella Rock’n’roll hall of fame, un po’ come tutti i suoi coetanei, è l’unico artista eminentemente pop – nel senso più nobile del termine – ad avere meritato un Premio Nobel per la letteratura.

Ma com’è messo questo monumento che, spesso, nel corso degli anni, non ha regalato performance brillantissime? Con il passare degli anni, ne ha appena compiuti 82, la sua caratteristica voce nasale e sgraziata si è arrochita fino a ricordare quella di un Tom Waits che si è svegliato male e proprio non riesce a mandar giù quel corvo incatramato che ha ingoiato la sera prima. Sul palco non è più erratico, da quando, su consiglio medico, deve prediligere il pianoforte alla chitarra, esibendosi seduto, dopo una roboante a autoironica presentazione.

Due i concerti a Milano, al Teatro degli Arcimboldi, domani e martedì, sold out da tempo. E la leggenda urbana? “La vera storia” è stata raccontata di recente da Francesco Donadio nel volume “Freewheelin’ in Rome”, edito da Arcana. Tutto vero? Mettiamola così: quando si tratta di Dylan, vige la regola di Liberty Valance, “Se devi scegliere tra realtà e leggenda, stampa la leggenda”.

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