Ecco l’Arlecchino del Sociale

Lo ha racconato lo scenografo di Erba Ezio Frigerio nel foyer del Teatro. LO spettacolo venerdì e sabato

«Avevo ventiquattro anni quando incontrai Giorgio Strehler e la mia prima scenografia per “Arlecchino servitore di due padroni” nacque come una fiaba, da una chiacchierata con Giorgio. Immaginammo un gruppo di guitti girovaghi che fermano il loro carro in riva al mare di Chioggia, montano la loro pedana in un punto riparato, dietro ad un muro che racconta anche un po’ la loro storia. La sera ci sarà spettacolo e verranno i bambini con le mamme e anche i pescatori, un po’ vergognosi, perché vanno a vedere uno spettacolo per i piccoli. Arlecchino fa le sue capriole e il miracolo del teatro si ripete». Così, con un racconto dai toni incantati, Ezio Frigerio ha narrato, ieri sera, all’Anteprima nel Foyer del teatro Sociale di Como, la genesi del “suo” “Arlecchino”, delle scenografie in cui Strehler ambientò la meravigliosa regia. Il pubblico, folto, non ha fatto mancare il suo affetto allo scenografo erbese, noto in tutto il mondo e all’altrettanto famosa (e timidissima) moglie, la coreografa da Oscar, Franca Squarciapino. Accompagnati dal regista, comasco d’adozione, Stefano De Luca e da Eleonora Vasta, in rappresentanza del Piccolo Teatro di Milano (era assente Sergio Escobar), i due importanti ospiti hanno raccontato alla platea l’allestimento strehleriano e hanno illustrato i contenuti della mostra che è allestita nel foyer e nella Sala Pasta, con i bozzetti delle diverse scenografie per le edizioni di “Arlecchino” e alcuni costumi (meravigliosi) realizzati dallo stesso Frigerio e dalla Squarciapino.

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