Cultura e Spettacoli / Como città
Venerdì 19 Luglio 2013
Elisabetta Sgarbi a Como
«La cultura per vincere la crisi»
La regista ferrarese all’Arena del Sociale per il “Lake Como film Festival”
Ha presentato la sua opera“Qui pro quo” dedicata alle avanguardie culturali
«Sono molto felice di partecipare alla prima edizione di questo festival. Gli impegni incombono, ma non potevo mancare. In un momento difficile come l’attuale è ancor più importante sottolineare l’importanza della cultura e delle manifestazioni culturali. E sono felice che sia stato scelto un mio film che parla di cultura prendendo spunto da un paesaggio, quello di una meravigliosa Sicilia».
Prosegue il cammino del “Lake Como film festival” che venerdì sera ha visto sul palco Elisabetta Sgarbi. Editor della Bompiani, operatrice culturale con numerosi saggi e pubblicazioni alle spalle, anima della “Milanesiana”, ha esordito nella regia alla fine degli anni Novanta.
Nell’Arena del Sociale ha presentato la sua ultima opera, “Qui pro quo” dedicata alle avanguardie artistiche.
La regista ferrarese ha proseguito il percorso iniziato due anni fa da “Qui pro quo” con un’opera di respiro internazionale, “What’s avantgarde?” dove questioni analoghe sono state poste ad artisti di tutto il mondo.
E sabato pomeriggio alle 17.30 il festival ospiterà un nuovo dibattito nella Sala Bianca del Teatro Sociale. “Quando un luogo diventa set” il titolo dell’incontro con la videomaker Sarah Marder, l’architetto paesaggista Darko Pandakovic con Max De Ponti di Olo Creative Farm.
Quanto influiscono le produzioni cinematografiche sui flussi turistici dei luoghi utilizzati per le riprese e quanto modifica i luoghi stessi il passaggio di una troupe? Interessante la presenza della Marder, un passato da dirigente bancario che ha cambiato strada per dedicarsi a filmare temi di sostenibilità.
Proprio con la comasca Olo, la regista sta realizzando “The genius of a place”.
La proiezione delle 21.30 (con biglietto unico a 8 euro) una pellicola epica, una coproduzione tra Belgio, Francia, Germania, Kazakistan e Russia per portare a termine in sei lunghi anni di lavorazione “Waiting for the sea”, un’avventura di mare diversa dalle altre. Marat è un capitano che vive tormentato dal rimorso di un disastroso naufragio. Il ritrovamento del relitto è lo spunto per riprendere il mare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA