Giulietta e Romeo ballano
l'amore che non passa di moda

Il 18 ottobre alle 21 al Teatro Sociale di Como il balletto con la coreografia di Mauro Bigonzetti: "Sul palco le stesse sfide di oggi"

Coreografo e creatore della versione di Romeo and Juliet che debutterà il 18 ottobre alle 21 sul palcoscenico del Teatro Sociale di Como, sono ancora disponibili biglietti per lo spettacolo, Mauro Bigonzetti si incontra i lettori del La Provincia.
"Romeo e Giulietta" è stato oggetto di innumerevoli versioni teatrali, operistiche, cinematografiche, di balletto. Quale taglio interpretativo ha scelto per la sua versione coreografica?
Ho cercato di dire qualcosa di nuovo e di immediatamente riconoscibile.
Io e Fabrizio Plessi, scenografo dello spettacolo, abbiamo  scelto la strada della non-narrazione. Non c’è la “storia” di Giulietta e di Romeo, ma ci sono i quattro punti cardinali della vicenda:l’incontro, lo scontro, l’amore e la morte. Per noi erano le cose più importanti da rappresentare.
Avete optato per un’ambientazione atemporale….
Sono luoghi della mente, quelli che rappresentiamo. Non abbiamo voluto definire  né storicamente, né geograficamente i fatti che accadono in scena.
Lei ritiene che in un’epoca come questa, l’epoca delle chat e degli incontri facili, una storia come quella dei due amanti di Verona sia ancora attuale?
Quello che è successo a Romeo e Giulietta è quello che continua a succedere ai giovani della nostra epoca.
Shakespeare ci racconta la storia dei destini umani, dell’incoscienza e della violenza che sono alcune delle caratteristiche degli adolescenti.
Quella sorta di fascinazione nei confronti del pericolo, e persino della morte, narrata dal drammaturgo inglese è una costante ancor oggi. Correre in macchina o in moto, schiantarsi contro un muro per non aver considerato i rischi, e una situazione tipica nelle cronache odierne.
Sfidare il destino è considerata una cosa bella. Romeo e Giulietta sapevano benissimo che il loro amore era impossibile, ma hanno continuato, fregandosene delle conseguenze.
La sua coreografia è stata costruita ad hoc su alcuni danzatori, o è stata pensata astrattamente e poi calata sul corpo di ballo che aveva a sua disposizione?
L’ho creata per l’Aterballetto perché sapevo di poter disporre di una compagnia che aderiva, culturalmente e psicologicamente, a un progetto di questo tipo.
Quello che ho prodotto con loro, non avrei potuto farlo con nessun altro corpo di ballo. Solitamente ogni progetto nasce sul potenziale umano che ho a mia disposizione.
In Italia la danza è apprezzata a sufficienza?
Credo proprio di no! La situazione è tragica. Finché non ci saranno delle leggi che tengano in considerazione quest’arte, il balletto sarà sempre visto come una sorta di cenerentola dello spettacolo. Occorrono leggi che regolino il mercato.
Chi arriva prima, chi “grida” di più, acchiappa tutto. Sembra di essere al mercato delle vacche, se mi è concessa l’espressione. Bisogna investire su questa forma d’arte, occorrono più finanziamenti, forse bisogna facilitare la strada agli sponsor. Purtroppo, siamo in mano al caso e all’improvvisazione più assoluti.
Giancarlo Arnaboldi
Romeo and Juliet Teatro Sociale di Como, 18 ottobre alle 21, coreografia di Mauro Bigonzetti, scene e costumi di Fabrizio Plessi, compagnia Aterballetto. Per informazioni sui biglietti ancora disponibili 031/270171.

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