Cultura e Spettacoli
Martedì 06 Gennaio 2009
<Jazz italiano, grande ma snobbato>
Alfredo Ferrario: <Un "bidone" come Allevi al Senato e tanti ottimi musicisti non passano mai in tv>
Fra pochi giorni si esibirà al Caveau de la Huchette a Parigi. Cosa significa per lei?
Parigi è sempre stata una città importante per il jazz. In passato grandi musicisti come Sidney Bechet, Bud Powell, Dexter Gordon e molti altri hanno deciso di vivere ed esprimere il loro talento in questa magnifica città. Suonare nelle cave parigine è una grande emozione, sono muri impregnati di jazz. Il grande Django Reinhardt ha suonato per anni in questi locali così come tanti altri grandi... Salire sul palco del Caveau de la Huchette e pensare che quel pavimento in legno è stato calpestato da quei maestri che ho ascoltato e che ascolto è veramente emozionante.
Quale sarà il suo "compagno d’avventura" in questa entusiasmante performance?
Condivido questa bellissima esperienza con il pianista Paolo Alderighi, considerato con Rossano Sportiello uno dei migliori pianisti europei di jazz classico.
Qual è la situazione del jazz oggi in Italia?
Penso che la situazione del jazz in Italia sia oggi straordinaria, il livello è altissimo. I musicisti americani sostengono che il jazz italiano sia il migliore d’Europa. In questi ultimi anni sono nati tantissimi talenti. Girando per l’Italia mi capita di sentire spesso giovanissimi con delle capacità incredibili. Il problema è un altro: la televisione, la radio e i giornali non danno spazio a questa musica. Siamo arrivati al punto che un musicista "bidone" come Giovanni Allevi suoni al Senato. In televisione non chiamano Enrico Pieranunzi (primo nella sezione «Musicista dell’anno» nella classifica Top Jazz, nda), ma appunto Allevi. Persino nella nostra realtà comasca ci sono nomi di alto livello come il vibrafonista Marco Bianchi, il chitarrista Maurizio Aliffi, Simone Mauri (clarinetto basso) e altri. Musicisti che non trovano spazio, nonostante collaborino con artisti di fama internazionale come Michel Godard e Gabriele Mirabassi.
Soddisfatto dei risultati conseguiti nel sondaggio di «Musica jazz»?
Sì, sono molto soddisfatto. Certamente l’emozione non è poca. Dopo tanti sacrifici un traguardo lusinghiero, che non è comunque un arrivo, bensì mi auguro un punto di partenza per altre mete altrettanto importanti.
Alberto Cima
© RIPRODUZIONE RISERVATA