La danza trova il pubblico
Ma solo se sa stare "a tempo"

Chiasso da vent'anni riempie il teatro con coreografie contemporanee, a partire dal quelle di Carolyn Carlson

Continua la nostra inchiesta per accertare se veramente la danza, come alcuni affermano, sia la grande esclusa dalle stagioni dei teatri del territorio.
Dopo aver interpellato, ieri, Barbara Minghetti del teatro Sociale di Como, puntiamo ora oltrefrontiera, in una sala ticinese che, per sensibilità e capacità di attrarre il pubblico, è vicinissima all’Italia a e a Como.
Si tratta del Cinemateatro di Chiasso, dove, per parlare di danza, interpelliamo Tiziana Conte, assistente del direttore artistico Paolo Belli e da anni attivissima, tra l’altro, proprio nella promozione della danza. Non a caso, il Cinemateatro di Chiasso può essere considerato la sala più lungimirante, almeno nel nostro territorio, per l’allestimento di spettacoli di ballo. Un’attività che si è sviluppata da decenni e che ha saputo calamitare un pubblico fedele e preparato.
Signora Conte, perché avete puntato in modo così deciso sulla danza, mentre altrove questa disciplina stenta ad emergere?
Da noi, quest’arte così ricca di potenzialità, ha sempre ricevuto una grande e doverosa attenzione. Vent’anni fa, in netto anticipo sui tempi, fu creata la rassegna Chiassodanza, che continua tutt’ora e che punta sulle tendenze contemporanee, permettendo ad artisti giovani oltre che a grandi nomi, di portare i propri linguaggi artistici sul nostro palcoscenico.
Come articolate la programmazione di danza nell’arco della stagione?
Individuiamo due moduli cronologici diversi: come ho accennato prima, c’è il momento di Chiassodanza, che generalmente si svolge in maggio e che ha un respiro internazionale con grande attenzione soprattutto alle realtà artistiche italiane e svizzere, per ovvie ragioni geopolitiche, ma anche con occhio puntato ad altre realtà europee e mondiali. Nella stagione ottobre – dicembre (che verrà presentata proprio domani ndr), inseriamo due appuntamenti non la danza, spaziando tra i generi e cercando di alternare tra lavori di coreografi del gotha internazionale e proposte innovative di artisti giovani.
Chi arriverà a Chiasso?
Non posso ancora anticipare nulla a proposito di Chiassodanza, ma per quanto riguarda gli spettacoli del primo trimestre della stagione abbiamo date e nomi certi. Il 3 ottobre assisteremo ad uno spettacolo molto atteso. Si tratta di Blue lady su coreografie della grande Carolyn Carlson e con l’interpretazione di Tero Saarinen.
Lo spettacolo ha debuttato con grande successo a Lione. Il 21 novembre, poi, ecco la giovane coreografa svizzera Nicole Seiler. Sarà interessante vedere i suoi lavori che sono arricchiti anche dalla presenza di video.
A fronte di un così grande impegno, qual è la risposta del pubblico? Attento o distratto e freddo?
Il pubblico della danza non è certo quello di un concerto rock e che chi viene a vedere spettacoli, soprattutto di danza contemporanea, deve avere già un’educazione a questa arte. Certamente però, si assiste, sempre di più, ad un aumento delle presenze, anche per merito della danza stessa, che è riuscita, come “movimento”, ad evolversi, rimanendo al passo con i tempi e aggiornandosi, anche con delle interessanti contaminazioni. Non dimentichiamo che oggi, la danza si fonde spesso anche con il teatro e dà risultati interessanti, come nel caso del teatro di Emma Dante.
E quali sono i costi per portare in teatro la danza? È necessario fare investimenti onerosi?
Certo i grandi nomi costano, ma penso che, conoscendo a fondo l’ambiente della danza, si possano scegliere, con attenzione, spettacoli di grande qualità, senza mettere a rischio i budget delle sale.
Sara Cerrato

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