
(Foto di Pozzoni)
La venere nera Fatou
fa ballare anche Lucini
A Villa Erba Fatoumata Diawara ha, letteralmente, fatto scintille, accompagnata da un trio affiatatissimo
CERNOBBIO Una magia che si rinnova ogni volta che torna a esibirsi per il pubblico lariano. Può dire con orgoglio «Sono comasca anche se... non parlo italiano», perché Fatoumata Diawara, parafrasando un vecchio Carosello, con una voce del genere può dire tutto quello che vuole.
A Villa Erba ha, letteralmente, fatto scintille, accompagnata da un trio affiatatissimo, capace di costruire un vero e proprio muro di suoni per accompagnare le belle canzoni di questa venere nera, che si è presentata inizialmente con i capelli raccolti in un alto e variopinto turbante. Austera, misurata, non lascia mai presagire tutto il calore bianco che è in grado di sprigionare un due ore di performance. I suoi brani sono lunghi, costruiti su variazioni ritmiche e modulazioni vocali che lasciano a bocca aperta.
È comasca, perché qui ha parenti e amici, ma la sua lingua è quella del Mali, quella in cui scrive i testi delle sue canzoni. Per questo, prima di intonarle spiega a chi ascolta cosa sta per ascoltare e, come d’incanto, le parole di “Sowa”, “Bakonoba”, “Clandestin” (questa è chiara fin dal titolo) assumono senso solo grazie alla forza di una voce che, a un certo punto, si slega, così come tutta Fatou si abbandona a una danza, liberando le trecce dei capelli, addirittura impartendo lezioni sui differenti stili africani di ballo, perché ogni popolazione di quello che per l’Occidente è solo un grande continente è differente, con una propria cultura, con il proprio modo di esprimersi con il corpo e con il canto.
Alla fine le sedie di Villa Erba sono un ricordo: tutti in piedi a cantare e ballare, perfino il sindaco di Como Mario Lucini in visita a Cernobbio (anche se la consorte Lorella lo batte in scioltezza), fino alla pacifica invasione del palco nei bis, con tanti bambini e numerosi esponenti della nostra comunità africana a formare una piccola nazione multicolore riunita dalla musica. Le canzoni si trasformano in lunghissime divagazioni mentre Fatou dirige la folla guidandola in una celebrazione dell’amicizia, dell’amore, della fratellanza, tutto senza alcuna retorica.
Ora Fatoumata collabora con mostri sacri come Bobby Womack, Herbie Hancock, Flea e Damon Albarn, ma speriamo che nel suo cuore (e tra i suoi impegni) ci sia sempre posto per la sua Como.
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