Macno, nuovo cd e aria di grande schermo

<Tutto come prima> sarà presentato il 10 ottobre allo Spazio Gloria

Sarà anche <Tutto come prima>, a leggere il titolo del nuovo album dei comaschi Macno che cita un pensiero di Osho Rajneesh, ma ci sono molti passi in avanti compiuti dalla band per giungere a un’opera seconda che sarà pubblicata il prossimo 16 ottobre dall’etichetta Las Scala Dischi e che verrà presentata in anteprima venerdì 10 allo Spazio Gloria del circolo Arci Xanadù in una serata che sarà introdotta da un’altro nome lariano che si sta facendo strada, i Fleurs de Maladives. Se <A pochi passi da qui>, album d’esordio della formazione pubblicato nel 2005, si è segnalato per la nitidezza di un suono che attingeva alla new wave aggiornandone la lezione, il nuovo lavoro impressiona per la maturità raggiunta, per le atmosfere che si stemperano in colori prima sconosciuti (compaiono chitarre acustiche, tastiere, archi) mentre i testi di Mimmiz continuano un viaggio introspettivo proposto con coraggiosa drammaticità.
Assaggi della maturazione dei Macno erano preannunciati dalle eccellenti prove per i tributi a Francesco De Gregori (una <Rimmel> trasfigurata con Paolo Benvegnù) e a Vasco Rossi. Ma il risultato è sorprendente anche per chi ha sempre seguito le gesta del gruppo che per l’occasione si è circondato di eccellenti collaboratori. Mimmiz (voce), Saro De Giacobbe (chitarre) e Alessandro Pace (basso) parlano di un album “cinematografico” e non si può dare loro torto. L’iniziale <Confusione>, getta un ponte con il passato che subito si apre nell’emozionante <Il mio peccato> che denota i buoni ascolti (Smiths e New Order a braccetto) personalizzati all’estremo grazie agli archi di Nicola Manzan e alle chitarre acustiche di Marco Ambrosi. <Nessuna stima gratuita>, singolo già disponibile on line su www.myspace.com/macno, brilla per felicità compositiva, incalzante, arricchita dal piano elettrico di Gianluca Lo Presti e da liriche di abbacinante franchezza. Sincopata, ben sostenuta da Manuel Franco, che si alterna per tutto l’album con Alessandro Nespoli alla batteria, vede Mimmiz sempre più “attore” delle sue stesse parole, interpretazione che divide con Simone Lenzi dei Virginiana Miller <In controluce>, uno dei momenti più coinvolgenti del disco assieme all’aggressiva <Mario B>, nitido ritratto di piatta quotidianità.
Ma c’è anche l’autoritratto di <Un’altra goccia>, sincera e passionale. <Baci rubati> cita François Truffaut non solo nel titolo ma anche nelle atmosfere colorate dal piano e dal mellotron di Lele Battista, altro ospite illustre, chiamato per affinità e non per il nome. <Lontano, lontano, lontano> è esemplare perché già nota nelle performance dal vivo: ascoltarla oggi è segno tangibile della crescita dei Macno, dei musicisti, di Mimmiz come vocalist, della visione della band. <Ultimo giorno d’estate> sfodera inediti accenti mediorientali, con la collaborazione fattiva di Lorenzo Ori, che ha registrato e mixato il tutto prestando tutta l’esperienza acquisita con Baustelle e Perturbazione, fra gli altri. Chiude <Come prima>, breve, commovente, definitiva, fino a un prossimo saggio di maturazione.

Alessio Brunialti

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