Marco Castelli allo <Stato Brado>
terzo disco per il cantautore comasco

Il musicista di Fino Mornasco ha ultimato il suo terzo lavoro, che arriva dopo <Argomenti di conversazione> e <Rhumbar>, quattordici canzoni che nascono, come spiega Castelli, <a Istinto City> con lo swing a fare compagnia a testi che abitano nella fantasia dell'autore ormai consacrato dal mondo della musica

È una frase fatta, nel colorato mondo del rock’n’roll, “the difficult third album”, il terzo album è il più difficile. Perché il primo cattura tutta l’urgenza del debuttante e raccoglie, normalmente, le migliori canzoni fra quelle scritte magari in un decennio.
Nel secondo si fa tesoro degli errori del debutto, si cerca di conservarne la freschezza e, spesso, si cede alla fotocopia dell’originale.
Ma quando si arriva alla prova numero tre... Che fare?
Cambiare completamente strada? Proporre, ancora una volta, la formula già sfruttata? Snaturarsi?
Che Marco Castelli fosse artista di razza lo avevano già ben evidenziato le prime due opere, <Argomenti di conversazione> e <Rhumbar>.
In un caso c’era una forte componente afroamericana, jazz prima del be-bop, a sorreggere le canzoni.
Quando si trattò di concedere il bis scelse la via dell’intimismo, più fumosamente bluesy, una decisione, si avvertiva, dettata non da un calcolo, ma da una necessità espressiva ripagata, anche in questo caso, da un buon risultato artistico. Ed eccolo qui il “difficult third album” che vede il cantautore di Fino Mornasco abbandonare il suo paese per addentarsi nello <Stato Brado>.
Spassosissimi anche gli inserti di dialogo tra un pezzo e l’altro, piccole perle di umorismo estemporaneo. <Stato Brado> verrà presentato a Milano, al Nibada Theatre di via Gola giovedì 8 maggio e a Cantù, All’unaetrentacinquecirca venerdì 16.
Alessio Brunialti

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