Morgan nell'obiettivo comasco
di Donata Clovis

La fotografa lariana firma gli scatti del libro della star "In pArte Morgan"

I ritratti che illustrano il nuovo libro di Morgan, In pArte Morgan, scritto a quattro mani con Mauro Garofalo, e pubblicato da Eleuthera, sono stati realizzati dalla fotografa comasca Donata Clovis. Trentenne, diplomata alla Accademia di Belle Arti a Brera, non è la prima volta che la professionista si trova ad immortalare volti noti della musica, del cinema e dello spettacolo (tra gli altri, per esempio: l’attore Filippo Nigro, famoso per la serie tv di Canale 5 sui R.I.S l’étoile della danza, Luciana Savignano e il cantante dei Verdena, Alberto Ferrari), ma si tratta soprattutto di ritratti d’autore, che spesso vengono realizzati nei backstage di film, videoclip e cortometraggi.
La Provincia ha incontrato la fotografa comasca Clovis all’indomani della pubblicazione del libro che in copertina ha uno tra i suoi scatti più intensi.
In che occasione ha realizzato questi bei ritratti di Marco Castoldi, in arte Morgan?
Avevo lavorato sul set del video di Amore assurdo, l’ultimo singolo di Morgan, perché spesso collaboro con il regista Francesco Fei, autore delle riprese.
Quei ritratti arrivano soprattutto da quelle sessioni. Sono piaciuti e così sono stati scelti anche per le immagini del libro. In questo lavoro molte volte le occasioni si moltiplicano grazie agli incontri professionali che fai.
Com’è fotografare un personaggio particolare come lui?
Sicuramente molto interessante. Dal punto di vista strettamente fotografico è un personaggio che regala molta soddisfazione ed è tra i più suggestivi tra quelli da me incontrati. È un uomo di grande intelligenza e dalla cultura musicale davvero sconfinata.
Le capita spesso di immortalare personaggi legati al mondo della musica?
In realtà no. Più che altro mi sono trovata spesso a realizzare reportage dietro le quinte di set cinematografici. Francesco Fei, ad esempio, l’ho conosciuto durante le riprese del suo lungometraggio, Onde. Nei contenuti speciali della versione in dvd del film è presente anche un mio montaggio delle immagini del "dietro le quinte". Dopo l’Accademia di Brera, mi sono interessata alle potenzialità della fotografia e del video applicate all’arte.
Quindi si occupa anche di video installazioni e performance artistiche?
Mi è capitato di lavorare ad un progetto con i produttori musicali, Steve Piccolo e Gak Sato.
Una performance in cui i suoni diventavano la scena stessa.
Una sorta di gabbia scenica o griglia sonora, difficile da descrivere a parole. È un settore, quello dell’arte legata alla musica, che mi interessa parecchio e spero di riuscire a sviluppare ancora di più.
A Como c’è spazio per queste cose?
Ancora troppo poco. La città dovrebbe aprirsi di più all’arte in ogni sua forma. Soprattutto dovrebbe concedere più spazio alle proposte dei molti giovani artisti che meriterebbero attenzione.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
Con l’artista Fabrizio Musa, che è mio cugino, stiamo studiando la realizzazione di un progetto in collaborazione, ma è ancora presto per parlarne, poi mi attende un viaggio all’estero che considero un’esperienza professionale importante.
Fabio Borghetti

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