Nuova stagione, la Scala sceglie la Russia di “Boris Godunov”

L’annuncio Ieri la presentazione della nuova stagione: il 7 dicembre prima con diretta tv dell’opera di Musorgskij. L’allestimento sarà diretto da Riccardo Chailly, interprete il basso Ildar Abdrazakov

Chissà se sarà terminata la guerra in Ucraina quando il prossimo 7 dicembre il Teatro alla Scala inaugurerà la nuova stagione operistica con il vertiginoso capolavoro di Modest Musorgskij “Boris Godunov”.

L’opera che più di ogni altra rappresenta l’essenza stessa dello “spirito” russo aprirà infatti il prossimo Sant’Ambrogio milanese in un allestimento, che già si preannuncia fastoso, con diretta televisiva su Rai Cultura. A dirigerlo vi sarà ovviamente Riccardo Chailly , direttore musicale del teatro, mentre quale protagonista del terribile ruolo dello Zar Boris ascolteremo quello che è forse oggi considerato il miglior basso in circolazione: Ildar Abdrazakov .

Prima versione

L’opera verrà rappresentata nella prima versione, senza cioè l’affascinante “atto polacco” che l’autore aggiunse in seguito. Scelta, questa, dolorosa e non del tutto condivisibile.

Chailly assicurerà poi la direzione d’orchestra dell’attesissima “Lucia di Lammermoor” che avrebbe dovuto aprire la stagione di due anni fa, poi cancellata a causa del Covid. Illustrissimo il cast predisposto con Lisette Oropesa nel ruolo di Lucia e Juan Diego Flòrez in quello di Edgardo. Grande è la curiosità anche per alcune opere in cartellone raramente, o addirittura mai, eseguite al Teatro alla Scala.

È il caso del capolavoro di Antonín Leopold Dvořák “Rusalka” o della ancor più rarissima opera del barocco napoletano “Li zite ,ngalera” di Leonardo Vinci. Dopo la riproposta del registicamente molto contestato “Macbeth” dell’anno scorso un’altra difficile melodramma verdiano sarà in programma: i travolgenti (e perigliosi)“Vespri Siciliani” che mancano alla Scala dal 1990.

Una conferma in assoluta sicurezza e tranquillità sarà invece la riproposta della immarcescibile “Bohème” firmata da Franco Zeffirelli nel lontanissimo 1963, mentre grande è la curiosità per gli irresistibili “Racconti di Hoffmann” di Offenbach che vedranno il mattatore Vittorio Grigolo nel ruolo del protagonista. Altro titolo che merita finalmente una ripresa è “L’amore dei tre re” di Italo Motemezzi su testo di Sam Benelli, che ebbe il suo battesimo proprio alla Scala nel 1913.

Mentre certo non di rara rappresentazione scaligera, ma di gradito ritorno, saranno le rappresentazioni della “Salome” di Richard Strauss, di “Andrea Chénier” di Umberto Giordano (con il super-divo Jonas Kaufmann protagonista) e dell’abbinata del rossiniano “Barbiere di Siviglia” con le mozartiane “Nozze di Figaro” . Il supremo capolavoro di Benjamin Britten, “Peter Grimes”, completerà il variegato cartellone.

Alla direzione

Fra i direttori che si alterneranno alla direzione d’orchestra non possiamo dimenticare F abio Luisi, Zubin Mehta, Michele Mariotti e Marco Armiliat o . Nella stagione sinfonica, infine, spiccano tre grandi concerti Novecenteschi: la “Sinfonia n°3” di Mahler diretta da Daniele Gatti , La “Sinfonia n° 8” dello stesso autore diretta da Chailly e la “Turangalila-Symphonie” di Messiaen diretta da Zubin Metha.

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