Parolario, gli incontri del 23 agosto
Vitali: "Ora scrivo dell'Ottocento"

Lo scrittore bellanese in piazza Cavour con i Sulutumana per l'inaugurazione della kermesse

«Sto lavorando a un nuovo libro, "Le braghe del magnano", tratto da una storia vera della metà del’Ottocento. Ma non sono ancora soddisfatto del risultato. Manca il ritmo». Andrea Vitali giura di essere stonato come una campana, ma nel suo lavoro più recente il riferimento all’ascolto è una costante: che sia la cadenza della scrittura, l’audiolibro di "Un amore di zitella", letto dallo stesso Vitali e in uscita per Emons, o l’ormai consolidata collaborazione con il gruppo dei Sulutumana, che potrebbe addirittura sfociare in un cd. E che li vedrà ancora una volta insieme sul palco oggi alle 21 in piazza Cavour per l’apertura di Parolario. «Parleremo dell’audiolibro, ma non sarà questo l’argomento dominante - spiega lo scrittore bellanese - "La zitella" letto da me esce la settimana prossima, quindi non c’è l’occasione commerciale. Ma non mi dispiace: perchè parlare di narrativa e ascoltare musica, far sentire piccolissimi racconti divertenti senza aver nulla da vendere è una cosa che facciamo volentieri. Molto volentieri». Continua a raccogliere aneddoti a margine della sua attività di medico?
Sì, ci sono nuovi episodi di quella raccolta che chiamiamo "Ai confini dell’ambulatorio". Lo spettacolo con i Sulutumana si arricchisce di volta in volta di questi raccontini che durano dai due ai cinque minuti: non c’è il tempo di stancarsi...
Li pubblicherà mai?
No, non è prevista una pubblicazione, non credo nemmeno che il materiale sia adatto. Come libro perderebbe di spontaneità. Potrebbe essere più adatto a una sorta di cd, con musiche e canzoni.
Lo farete?
È uno dei tanti progetti che abbiamo in ballo, i Sulutumana hanno dei contatti con un piccolo editore comasco che potrebbero sfociare in una cosa di questo genere.
Che rapporto la lega al gruppo?
Un rapporto di continuità affettiva. Anche loro traggono materia dalla nostra terra per poi proiettarsi al di là di questi confini. Un terreno comune su cui camminiamo senza essere didascalici gli uni nei confronti dell’altro. Riusciamo a lavorare bene assieme, e i risultati lo confermano. Mi ero stancato delle presentazioni classiche dei libri, al punto che avrei preferito non farne più; con loro mi sono reso conto che si poteva presentare un libro senza parlarne troppo, in modo divertente e inusuale anche grazie alla musica. Lo abbiamo fatto una cinquantina di volte in questi anni, e la gente continua ad apprezzarlo.
La musica sembra affiancare spesso la sua attività letteraria. La frequenta molto?
Sono assolutamente stonato, non suono e canto, come quasi tutti, in modo estemporaneo. Però la musica mi appassiona molto, la ascolto spesso ma non quando scrivo, perchè allora voglio buio e silenzio. Ascolto molto i cantautori italiani, sono un fan di De Gregori, Fossati, Branduardi, Iannacci, Paolo Conte. E poi la classica, l’opera: sono un pucciniano, Puccini dietro l’immagine rude di grande amatore con un pessimo carattere trasmette un forte sentimento .
Mai pensato di scrivere il testo per una canzone?
Ho scollinato i cinquanta, e ho capito i miei limiti. Avrebbe forse potuto essere un errore di gioventù, ma non l’ho commesso. Mi basta che i Sulutumana si siano ispirati a qualche mio personaggio per le loro canzoni.
Ancora nessuna offerta dal cinema?
Oddio, se le offerte devono portare a prodotti come quelli visti finora al cinema o a teatro, meglio lasciar perdere. Comunque delle proposte sono arrivate e sono state rifiutate, proprio perchè ho capito che in mano al regista sbagliato personaggi come la "Modista" possono diventare uno scempio. Ho demandato il tutto all’ufficio diritti del mio editore: e so che quando la cosa andrà in porto sarà ben fatta.
A cosa sta lavorando?
Sto lavorando abbastanza, ma con poca soddisfazione, sulla storia di un naufragio di due giovaani nobili a metà Ottocento nelle acque antistanti Bellano. Il titolo è "Le braghe del magnano". È la storia, tratta da una vicenda vera di cui ho letto i documenti, di una profonda ingiustizia, perchè al naufragio seguirono un’inchiesta e un processo e a farne le spese fu un fabbro, condannato da un pretore vanitoso che voleva fare carriera. La storia mi intriga molto: ma non è scattata la scintilla, non c’è ancora il ritmo della scrittura. Manca qualcosa, è un lavoro ancora in gestazione. Diciamo che sono al quinto mese di gravidanza.

Barbara Faverio

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Staminali: un po' di cautela, per favore
E' l'auspicio del filosofo Massarenti

Si intitola "Anima ed Esattezza. Dialoghi filosofici su religione, etica e scienza" il cartellone di appuntamenti filosofici all’interno di Parolario. Si tratta di riflessioni che intendono approfondire il rapporto tra indagine razionale e vita spirituale. Tali riflessioni possono essere racchiuse all’interno del romanzo "L’uomo senza qualità" dello scrittore austriaco Robert Musil: in quest’opera si racconta come il protagonista Ulrich avesse immaginato di istituire un «Segretariato dell’Esattezza e dell’Anima». A questa tematica si richiama l’intervento del filosofo Armando Massarenti che, oggi alle 17.30, in piazza Cavour, a Como, terrà un incontro dal titolo "Scienza ed etica, crudeltà delle cellule staminali", introdotto e moderato da Alfredo Tomasetta. Se nel romanzo di Robert Musil il difficile rapporto tra scienza ed etica poteva essere attraversato soltanto unendo lo spirito argomentativo all’esprit de finesse, nell’intervento di Armando Massarenti ritroviamo una ragionevolezza dalla quale è necessario partire se si vuole affrontare l’insieme delle responsabilità che pone la ricerca sulle cellule staminali, ricca di implicazioni etiche e morali. Massarenti, responsabile della pagina "Scienza e filosofia" del supplemento culturale "Domenica" del Sole-24 Ore, autore de "Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima" (Premio Castiglioncello di Filosofia, 2007) rifletterà sul sistema estremamente innovativo che ci offre il nostro secolo per quanto concerne il delicato tema delle cellule staminali, mettendo come priorità assoluta la cautela come dovere morale di fronte a un campo così delicato. Partendo da questa consapevolezza, l’intervento di Massarenti terrà conto dell’insieme di decisioni che riguardano tutti, partendo dalle responsabilità dei governi, senza tuttavia tralasciare il punto di vista di scienziati e semplici cittadini.

Manuela Moretti
 
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Diari d'artista da sfogliare in biblioteca
"Altrepagine" torna e parla di Coco

Anche nell’edizione 2008 ParoLario ha voluto rinnovare l’appuntamento con i “libri d’artista”. La mostra «Altrepagine3», visitabile in biblioteca comunale da lunedì a sabato dalle 14.30 alle 19 (fa eccezione mercoledì, apertura al mattino alle 9.30, chiusura alle 18, naturalmente a ingresso libero) per tutta la durata della manifestazione propone opere e installazioni di Giuseppe Coco. Siciliano, allievo dell’Accademia di Brera, esporrà una decina dei suoi originalissimi diari, veri e propri oggetti d’arte, una produzione a quella che si affianca ai lavori pittorici e concreti. Nati come raccolta di appunti, questi volumi si sono via via arricchiti di colori, segni, collage, anche utilizzando parte di riviste o altri scarti industriali. La scelta di rilegare il tutto in forma di libro caratterizza questa originale raccolta. «La scelta della forma "libro" - commenta l’artista - come contenitore delle mie ricerche, è sempre stata costante nel tempo. Parallelamente alle installazioni e al lavoro su grandi superfici volevo raccogliere e conservare sottoforma di diari, la memoria di appunti, sperimentazioni di nuovi materiali e nuove soluzioni formali». <+BOX_FIRMA>Alessio Brunialti

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