Parolario, gli incontri del 26 agosto
I Carofiglio: "Siamo fratelli in noir"

Francesco presenta il suo romanzo "L'estate del cane nero" e anticipa il film tratto dal libro di Gianrico. In piazza Cavour anche lo scrittore Latronico e il fenomeno dei book trailer

Scrittore, illustratore e architetto, Francesco Carofiglio è una di quelle figure eclettiche che concretizzano artisticamente ogni velleità. Fratello del più noto Gianrico, autore di thriller di successo, assieme al quale ha pubblicato la graphic novel "Cacciatori nelle tenebre" (Rizzoli), Francesco è autore di un romanzo che lentamente ha scalato la classifica delle vendite. Si intitola "L’estate del cane nero" (Marsilio) e racconta una vicenda di formazione attraverso le allucinazioni di un mondo che si sovrappone ai sogni della giovinezza. Alle 21, l’autore lo presenterà in piazza Cavour, nell’ambito di Parolario (www.parolario.i). «Il romanzo - racconta Francesco Carofiglio - è la storia di un gruppo composto da quattro adolescenti, ed è ambientato alla metà degli anni Settanta. L’estate segnerà una linea di confine e cambierà la loro esistenza. Uno dei quattro ragazzi è il narratore, si chiama Matteo Leoni e raccontando quella stagione trent’anni dopo, va alla ricerca dell’origine di una paura che lo ha accompagnato nel corso degli anni.
Che cos’è «Il cane nero»?
Il cane nero non è nient’altro che quella situazione che in psicologia si definisce la reificazione, e assume una forma che risponde a un timore non rivelato del protagonista. Il cane nero è le tante cose che in una stagione rappresentano la linea critica, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta per i fatti che sono avvenuti e che hanno coinvolto i quattro ragazzi, determinando l’evoluzione della loro vita. Mi piace pensare che ciascun lettore in forma autonoma, dia una interpretazione diversa della storia che racconto.
Ritiene di aver scritto un libro giallo come a volte il suo romanzo viene definito, forse un po’ troppo sbrigativamente?
Il mio non è un libro giallo, non è un noir, non è un thriller. Ha nella storia una corda tesa, ma non è un romanzo di genere. Per molti aspetti è più vicino ad un romanzo di formazione perché all’interno della storia i personaggi sono sottoposti a una serie di prove che ne determinano il passaggio da un’età a un’altra, così come accade nel romanzo di formazione classico.
Dobbiamo considerare il suo romanzo ispirato in qualche modo ai classici del passato?
Ho delle difficoltà a rispondere a questa domanda, così come ne ho a fare l’esegesi di me stesso, perciò mi risulta più facile raccontare quello che dicono i lettori che si sono lasciati prendere dalla trama che, progressivamente, crea una tensione.
Perché?
Se una storia è valida, lo è nel momento in cui riesce a strappare l’attenzione del lettore o dello spettatore. Tutte le storie possono dirsi storie gialle se sviluppano un mistero, un sentimento, un qualcosa che crei spasimo e angoscia, ma anche a costo di apparire provocatorio, voglio dire che non vedo il mio romanzo dentro un genere.
Lei ha un fratello scrittore, Giancarlo. Quali sono i vostri contatti letterari?
Parentele letterarie non ne riscontro molte tra i nostri libri. Ciascuno di noi ha un tono e uno stile di scrittura differente che ci consente di essere degli estranei sotto questo aspetto. Lui è molto noto per i legal thriller, ma anche questa è una scatola, una forma di comodo che serve a classificare ma non certo a spiegare. In coppia con mio fratello lo scorso anno abbiamo pubblicato un libro a fumetti, "Cacciatori nelle tenebre" dal quale sarà tratta una serie televisiva. Anche per "L’estate del cane nero", sono in corso trattative per realizzare un film. Di un libro di mio fratello invece, "Il passato è una terra straniera", ho scritto la sceneggiatura. Il film che conserva lo stesso titolo, diretto da Daniele Vicari e interpretato da Elio Germano, sarà nelle sale a ottobre.
Francesco Mannoni

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Prova d'attrice
sulle parole di Latronico

Un’opera prima si presenta ai lettori, oggi, alle 17.30, sul palco di piazza Cavour, per un nuovo appuntamento di Parolario. Nel pomeriggio infatti il programma del festival letterario prevede l’incontro con Vincenzo Latronico, appena ventitreenne, ma già da tempo attivo come traduttore di opere narrative di autori inglesi e francesi. A Como lo scrittore presenta il suo primo romanzo, edito da Bompiani nel 2008. Il titolo del libro è "Ginnastica e rivoluzione" e Latronico lo illustrerà alla platea comasca, dialogando con Davide Fent. La presentazione sarà costellata dagli interventi della lettrice – attrice Laura Negretti che interpreterà brani salienti del libro per incuriosire i presenti e invogliarli alla "scoperta” di questo romanzo giovane. Per la sua prima fatica letteraria, Latronico, che studia Filosofia alla Statale di Milano, ha scelto di raccontare una storia di ragazzi di vent’anni che per seguire le loro speranze e gli ideali della vita, si ritrovano a Parigi. Durante questo viaggio, che avviene alla vigilia del G8 di Genova del 2001 e alla grande manifestazione di protesta contro questo evento politico ed economico, si cerca di ritrovare le atmosfere e la vitalità propositiva del Sessantotto. I giovani creano, in un vecchio stabile dove si sono ritrovati per caso una sorta di agenzia fotografica per seguire le manifestazioni e i picchetti. La vicenda però (e non potrebbe essere altrimenti) non segue i binari prestabiliti e la fuga di una delle protagoniste femminili dopo una storia d’amore travagliata con T, il personaggio centrale della vicenda, innesca una serie di avventure che mescolano fatti tratti dalle cronache a emozioni e sentimenti che portano i quattro ragazzi nel cuore degli eventi. Ingresso libero.

Sara Cerrato


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Ma che cinema, questo libro
Pagine animate nel book trailer

ParoLario dedica un’intera serata all’ultima frontiera della comunicazione editoriale, i "booktrailer”. Di cosa si tratti si intuisce già dal nome: trailer come quelli che anticipano la proiezione delle novità cinematografiche e, come in quel caso, ce ne sono di diversi tipi. C’è chi sceglie di mostrare i punti salienti del racconto, chi preferisce mantenere un po’ di mistero, chi privilegia una grafica accattivante svelando poco o nulla della trama e chi, anche, realizza quello che in gergo si chiama un “teaser”, fatto per stuzzicare l’appetito ancora prima di iniziare a girare... pardòn, a scrivere. Se c’è un vantaggio per lo scrittore rispetto a un narratore per immagini (lo sceneggiatore, il regista) è che la pagina scritta non è soggetta a budget: puoi ambientare un dialogo in pieno dicembre sulle cime dell’Himalaya senza chiederti quanto costerà girare da quelle parti. Ma realizzare un filmato ha sempre un costo, è questa la novità, oltre ai canali dove sarà fruibile, non le sale cinematografiche ma la rete, grazie a Youtube, grazie a portali ma anche a singoli blog specifici. Se ne parla (e se ne proietteranno diversi), stasera alle 21.30, con gli autori Francesco Carofiglio, Paolo Bianchi, Paolo Roversi, Lorenzo Beccati, Claudio Calzana e Vincenzo Latronico, con Gaia Amaducci, editore di «Epoché», con Domenico Moretti di Keitai, primo produttore italiano di booktrailer, e con Daniela Bricca e Erika Renai di «Cult Book», Rai Educational. Alessio Brunialti

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