Pontiggia dimenticato,
inediti un magazzino:
un appello ai comaschi

A cinque anni dalla morte, documenti inaccessibili a Milano. Il critico Panzeri denuncia e propone: "Un archivio lariano"

Un archivio letterario è un bene preziosissimo, da tutelare, perchè documenta anni di una storia culturale che non va dimenticata, perchè proprio grazie a queste storie di cultura ci siamo formati e siamo cresciuti. Un archivio è come una grande opera pittorica che racconta e illustra come ha lavorato uno scrittore, può svelare segreti che stanno alla base della nascita di un capolavoro letterario, senz’altro mette in rilievo quali sono state le amicizie importanti, le collaborazioni, la natura dei dibattiti culturali che si sono svolti in varie parti del nostro paese.
È necessario però che si scopra (o si riscopra) questo "valore" aggiunto che può dare prestigio ad una città, dotandola di "materiali di studio", utili per la ricerca e la saggistica critica, ma anche di un investimento artistico che può aumentare proprio l’immagine stessa della città. Non è possibile lasciare che sia solo Milano a muoversi, dove sono attive Fondazioni e istituzioni che si occupano di queste importanti acquisizioni.
Ci riferiamo ad Apice che raccoglie arichivi della parola, dell’immagine e dell’editoria, fondata da Decleva, che custodisce tra gli altri il preziosissimo fondo Scheiwiller, quello di Bompiani e quello di Mucchi o alla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, il cui lavoro di ricerca, riscoperta e archiviazione è eccellente. Anche le nostre città possono raggiungere un’eccellezza anche nel campo dei "materiali d’archivio". Basta credere nell’importanza e nel valore di questi strumenti e la volontà di iniziare, attraverso una Fondazione o un’Istituzione che lavori in stretta collaborazione con la Biblioteca Comunale. Una modesta proposta potrebbe essere quella di un "luogo" dedicato alla memoria e alla ricerca delle espressini artistiche nel nostro territorio: perchè non potrebbe sorgere qui, a Como, in riva ad un lago che ha suggerito molte indimenticabili pagine della storia letteraria?

Il "Peppo" di Rebbio

Prendiamo ad esempio il Fondo Giuseppe Pontiggia - intitolato allo scrittore nato a Rebbio nel 1934 e morto a Milano nel 2003, autore di "Nati due volte" - che è passato, metaforicamente da Como, per andare in Svizzera, a Mendrisio e poi ritornare in Italia, comprato dalla BEIC, l’istituzione che sta progettando una megabiblioteca, a Milano, nella zona della Stazione di Porta Vittoria e ora depositato in un magazzino. Non potrebbe aprirsi un tavolo di discussione per valutare le possibilità di collaborazione tra enti, per valorizzare questo Fondo che per la cultura comasca è essenziale? Questo è un esempio importante e forse il più prestigioso per un possibile inizio di questi "archivi lariani" che potrebbero avere Como come sede, ma anche essere visti in una prospettiva di apertura sul territorio. Abbiamo anche la necessità della valorizzazione della "villa in Brianza" di Gadda, quella di Longone al Segrino, che già ha un comitato attivo, ma necessita di più fondi, nonchè quella di strutturare più articolati "itinerari testoriani" nella sua amata Valassina, magari in collaborazione con la Fondazione Mondadori che ne ha catalogato e ne custodisce l’archivio.

Parini cerca un Centro

Se poi andiamo indietro nel tempo, ai genii letterari della nostra terra, si impone la necessità di un Centro Studi Pariniani che sia effettivamente luogo di consultazione, di rilettura, anche in chiave moderna, delle "attualità" presenti nell’opera del grande Abate. Anche questa potrebbe essere una sezione importante dei nostri "archivi lariani". Molte possono essere le possibilità di acquisizione che riguardano gli scrittori che hanno legato il loro nome al nostro territorio o che possono essere valorizzanti attraverso collaborazioni con Centri Studi già avviati, la cui potenzialità potrebbe essere fortemente incentivata dalla presenza di una Sede Centrale e di prestigio cui far riferimento: tra i grandi nomi del Novecento la lista potrebbe comprendere Massimo Bontempelli, nato a Como e Antonia Pozzi, la cui memoria è legata alla sponda lecchese del lago. Uno scrittore che ha amato molto il lago e ha ambientato alcune storie sulle sue rive è Luigi Santucci. Perchè non aprire un colloquio con la famiglia per valutare la possibilità di far arrivare una presenza dei suoi archivi in terra lariana? Lo stesso discorso vale per Alberto Vigevani, scrittore e bibliofilo, un personaggio importantissimo per l’editoria nella Milano degli ultimi cinquant’annni, che ha ambientato uno dei suoi romanzi più belli, "Estate al lago", sul nostro lago e ha sempre avuto rapporti con la Brianza comasca.

Ferrero e Lezzeno

È da poco scomparso Sergio Ferrero, proprio a Lezzeno, paese che aveva un valore particolare nella sua esistenza, quasi da legame familiare, che ha vissuto e lavorato per anni a Como. Perchè non pensare a valorizzare il suo archivio e i suoi scritti? Come del resto è assolutamente necessario valutare l’archivio di Aurora Ciliberti, comasca, traduttrice e amica di Auden. Chissà che non nasconda qualche piacevole sorpresa. Così come non possiamo immaginare quali ricchezze possa contenenere l’archivio di uno dei più raffinati e originali scrittori italiani, coltissimo, anche lui comasco, Aldo Buzzi, ultranovantenne, una vita accanto ai grandi del cinema e della grafica. Ecco, già l’archivio Buzzi, se si trovasse libero e si avesse l’assenso dello scrittore potrebbe diventare il fulcro di questa Istituzione che non vuol essere un altro Ente di facciata, ma un laboratorio di idee, di progetti, di memoria, di studi critici. È questo che manca in Italia: la vitalità di istuzioni che sappiano rendere vivo il loro patrimonio, sappiano renderlo presente nelle varie accezioni di ricerca, conoscenza, semplice possibilità di visione. Un esempio, anche per la Lombardia, potrebbe venire proprio da Como. E garantirebbe una posizione di assoluto prestigio in fatto di identità culturale: una città che valorizza la memoria della cultura che l’ha resa viva è una città che sa riconoscere se stessa nel valore che gli è stato attribuito dalle idee che negli anni l’hanno formata.

Fulvio Panzeri

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