"Grazie Marilyn, lasciò Norma
per riscattare la femminilità"

L'attrice Lucilla Giagnoni l'11 novembre a Campione d'Italia rende omaggio all'icona sexy. "Donna normale che si trasformò in diva, restando bella e concreta come tante di noi"

Se la stagione dell’auditorium Monsignor Baraggia è intitolata Passioni d’autore a maggior ragione questa definizione si adatta allo spettacolo che andrà in scena nella sala dell’enclave l'11 novembre, alle 21.
Il calendario prevede infatti il monologo Marilyn ispirato alla celeberrima e amatissima attrice Marilyn Monroe. Il testo teatrale è scritto da Lucilla Giagnoni la brava e poliedrica interprete che vedremo sulla scena, insieme a Michela Marelli, che dell’allestimento teatrale firma la regia. Per la Giagnoni dunque un personaggio famosissimo, di cui riesce, come sempre, a far emergere un caleidoscopio di sfaccettature in una sorta di dolceamaro ritratto femminile.
Signora Giagnoni, perché si accosta a una vera icona pop come Marilyn Monroe?
L’idea di dedicare un omaggio teatrale a Marilyn è stata di Michela Marelli, drammaturga e regista di questo lavoro. Da tempo, Michela sosteneva che avremmo dovuto realizzare uno spettacolo su questa donna diva e fragilissima. Io ho accettato perché, curiosamente, Marilyn è stata, nell’adolescenza, uno dei personaggi riferimento. Come milioni di persone anch’io ho subito il suo immenso fascino.
A quale parte della vita, splendida e tragica della Monroe avete attinto?
La scelta è stata molto precisa e determinata dalla precisa volontà di analizzare il rapporto tra la donna e il suo alter ego cinematografico e mediatico. Io, nello spettacolo, porto in scena Norma Jeane, proprio  nel momento in cui si cala nella maschera, unica e splendente del suo unico personaggio, quello che lo ha consegnato al mito.
Che rapporto c’era, dunque tra la ragazza che sogna la fama e la donna raggiante che ha incantato milioni di persone nel mondo?
Norma non è Marilyn, ma sceglie di “diventare” questa figura femminile splendente. Fa Marilyn, come un qualsiasi personaggio da interpretare davanti al pubblico. Così, anch’io, nell’interpretare questo lavoro teatrale voglio mettere in scena questa trasformazione da donna “normale” a personaggio bellissimo e tragico.
Lo spettacolo ha debuttato un paio d’anni fa a Saronno e ha compiuto un percorso di maturazione. Ciò ha dato luogo a cambiamenti?
In particolare, credo di poter dire che si è chiarito, con lievi aggiustamenti drammaturgici il filo narrativo legato al percorso di ricerca della propria identità che Marilyn compie. Un percorso legato in particolare alla figura del padre, che Norma Jeane non aveva mai conosciuto.
Una carenza affettiva che fa di Marilyn un personaggio tragico?
Un vuoto che la priva di radici, la rende leggera e irresistibile ma anche sempre in preda al disorientamento. Io e Michela l’abbiamo definita un Edipo al contrario.
C’è un legame affettivo tra Lucilla Giagnoni e Marilyn?
Guardo a lei, ancora oggi, con gratitudine e riconoscenza, per aver esaltato la femminilità, senza esserne nemica. Era la più bella ma anche concreta, nella sua fisicità. Un modello di donna ben diverso dalle fragili e pallide icone di oggi. E va detto soprattutto che, nella sua fragilità, che la rese preda dei media e degli uomini, sta la profonda umanità in cui tante donne si riconoscono».
Sara Cerrato
Marilyn, Campione d’Italia, auditorium Baraggia, l'11 novembre alle 21. Biglietti a 12,50 euro. Info: 004191/6495051.

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