"Hair", Elisa dirige al Sociale
l'amore nell'Era dell'Acquario

Il più famoso musical della storia del rock stasera a Como con la coreografia di Parsons

Che succede quando la Luna si trova nella settima casa? E quando Giove si allinea con Marte mentre Venere guida tutti i pianeti alla conquista delle stelle?
Ma è ovvio: è l’inizio dell’Era dell’Acquario! Rilette oggi queste parole possono fare un po’ sorridere, con quel mix di utopia fantascientifica e astrologia da mago televisivo ma, quarant’anni fa, erano in tanti a credere che l'“Era dei Pesci” stesse per terminare e che quella successiva avrebbe portato, per dirla alla John Lennon (o alla Verdone), «Love! Love! Love!».

Non solo per gli hippy
Questo concetto, comunque, divenne immediatamente popolare anche al di fuori della cultura hippy visto che questi versi aprono uno dei singoli più venduti della storia del rock, Aquarius / Let the sunshine in, pastiche firmato dai Fifth Dimension con i due brani che incorniciano Hair, il padre di tutti i musical rock, in programma il 7 novembre al teatro Sociale in un nuovo allestimento che vede impegnata la popstar Elisa, per la prima volta nel ruolo di direttore musicale, con le coreografie di David Parsons e la regia di Giampiero Solari con Luca Tommassini. Suonato e cantato dal vivo, lo spettacolo è in versione italiana.
Aveva debuttato “off Broadway” già nell’ottobre del 1967, ma era ancora in forma incompleta.
Il botto arrivò nell’aprile del ’68, quando l’opera di James Ragni e Jerome Rado (testi) e Galt McDermot (musica) approdò al più prestigioso Biltmore Theatre per essere messo in scena ininterrottamente fino al 1972, totali 1.750 rappresentazioni.

Hit tra sogno e realtà
A cosa si doveva tanto successo? Da un punto di vista prettamente artistico gli autori avevano creato qualcosa di realmente rivoluzionario. I musical, normalmente, sono fatti di trame semplicissime, belle e orecchiabili canzoni con vari pezzi di bravura da riservare ai vari interpreti, soprattutto i protagonisti, scenografie accattivanti, costumi sfarzosi: My fair lady, insomma, o Hello Dolly! In Hair non c’era nulla di tutto questo. La storia, ad esempio, era solo suggerita anche perché, a un certo punto, entrano in azione le droghe ed è difficile distinguere se quello che sta accadendo ai personaggi sia realtà o sogno. I brani? Sicuramente gran bei momenti musicali, ma suona una rock band, non archi e ottoni, le chitarre distorcono, la batteria picchia duro e non mancano i momenti realmente psichedelici. Tra i classici, oltre a Aquarius e Let the sunshine in (che in realtà si intitola The flesh failures), Ain’t got no e Easy to be hard.
Alessio Brunialti

Hair, 7 novembre, ore 21, Teatro Sociale, piazza Verdi, biglietti a  33,50 euro (platea e palchi) e a 17,50 euro (gallerie), info: 031/27.01.70, www.teatrosocialecomo.it.

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