"X", a Chiasso racconti crudeli
tra video e recitazione

Spettacolo multimediale a teatro con la compagnia Motus che punta l'attenzione sui giovani d'Europa

Il linguaggio teatrale, “fuso” con altri codici espressivi, arriva, il 23 ottobre, alle 20.30, al Cinemateatro di Chiasso. Per il secondo appuntamento di stagione, la sala propone infatti un evento teatrale che attraversa diverse arti sceniche. È uno dei tre movimenti di X(ics). Racconti crudeli della giovinezza, proposto dalla compagnia Motus, formazione originale, nei linguaggi e nelle scelte artistiche.
Per quanto riguarda X, la presenza fisica dell’attore in scena, si fonde con la proiezione di video e la presenza della musica, per una performance in cui nulla è casuale. Dello spettacolo e del progetto parliamo con Enrico Casagrande, che con Daniela Nicolò ne è ideatore e regista.
Casagrande, lo spettacolo che vedremo a Chiasso fa parte di un percorso a tappe. Di cosa si tratta?
Partiamo da una precisazione. Domani avremmo voluto mettere in scena la terza tappa del progetto, realizzata in Germania. Per un problema occorso ad un’attrice, proporremo invece la seconda, realizzata in Francia. X è nato due anni fa, per la Biennale di Venezia danza. L’idea era quella di un progetto che avesse al centro i giovani con il loro mondo e i luoghi d’incontro. Siamo quindi andati a cercare i nostri protagonisti nelle piccole sale di registrazione dell’Emilia Romagna. Abbiamo parlato con i ragazzi, li abbiamo ripresi con delle telecamere senza invadere il loro mondo. Ne abbiamo registrato la musica, in alcuni casi ancora acerba, ma in quanto tale, linguaggio originale dei ragazzi.
Di seguito sono venute le altre parti del lavoro?
Sì. La fase successiva è stata realizzata nel sud della Francia, a Valence, cittadina che, pur non essendo vastissima, racchiude in sé la dicotomia tra un centro elegante e la banlieue periferica. Abbiamo lavorato con ragazzi magrebini immigrati e figli di immigrati. Infine ci siamo spostati nella ex Germania dell’Est, dove la realtà è diversa. Abbiamo incontrato giovani tedeschi di Halle, città “implosa” e depopolata dopo la caduta dell’Urss e la fuga a Ovest. Ci piace cogliere la realtà giovanile in diversi scenari urbanistici.
Con quale “filo rosso” avete indagato i giovani?
Il tema clou è il tempo, la noia, l’apparente attesa di qualcosa da realizzare. Uno stato d’animo ricorrente.
E come costruite gli spettacoli?
Proiettiamo i video realizzati su grande schermo, mentre gli attori parlano e si muovono sono sulla scena. A completare, la musica, come detto e la voce fuori campo che stimola riflessioni. Nella nostra filosofia, comunque, tutte queste componenti devono interagire nel modo più stretto possibile.
Prevedete altre tappe per la vostra ricerca?
Pensavamo di aver concluso con Halle e invece ci si prospettano ancora ricerche per una tappa su Napoli, in cui lavoreremo tra il quartiere residenziale di S. Ferdinando e Scampia. Da ultimo ci concentreremo su Manchester, altra realtà profondamente trasformata dopo la grande crisi degli anni Ottanta. Septtacolo alle 20.30. Biglietti da 20 a 14 euro. Info: 004191/6950914-17.
Sara Cerrato

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