Scialpi e gli anni '80
"Grande decennio,
poi solo appiattimento"

Il cantante si esibisce il 21 agosto a Campione d'Italia, per un revival con altre star. "Ho tante idee nuove, ma oggi il mercato non ama rischiare"

Torneranno a splendere gli anni’8o , giovedì sera al Salone delle Feste del Casinò di Campione, dove è in programma uno spettacolo con ospiti alcuni protagonisti della scena italiana dell’epoca. La cena di gala con “Festa anni ‘80”, vedrà alternarsi sul palco della sala da gioco, Sammy Barbot, Scialpi, e i campioni dell’italo-dance, Den Harrow, The Creatures e i Fratelli La Bionda. Il pubblico potrà fare così un nostalgico balzo all’indietro nel tempo per riassaporare le emozioni che ormai un trentennio fa provocarono brani come “Rocking Rolling”, “Mad Desire”, “One for you, one for me” e “Maybe one day”. Il cantante Giovanni Scialpi, 46 anni, in arte semplicemente Scialpi, ha raccontato a La Provincia delle suggestioni di quell’epoca e dei suoi progetti artistici più recenti.
Gli anni ’80 sono rimasti nella storia della musica e nel cuore di molti. Cosa ha reso quel periodo così unico? È stato l’ultimo decennio prima dell’appiattimento che dagli anni ’90 ha portato all’omologazione totale di oggi, non solo nella musica ma in ogni campo della creatività. C’era molta più inventiva e voglia di sperimentare, mentre ora si assiste solo al riciclaggio di quello che fu, non meno dignitoso, ma pur sempre una copia. Anche in campo discografico non conta ne il nome, ne la faccia, ne la bontà della proposta, anzi, più uno è impersonale più funziona.
In quegli anni ha avuto diversi successi in classifica. Quale ricorda con più affetto?
 Ricordo con gioia quel periodo nella sua globalità. Furono anni in cui ebbi praticamente ogni anno un pezzo che andava forte in radio e nelle classifiche. Parlo di canzoni come “Rocking Rolling”, “Cigarettes & Coffe”, “No est no west”, “Pregherei”. Lavoravo tanto, mi davo da fare in ogni occasione per portare avanti i miei progetti. Ho sempre cercato, e lo faccio ancora oggi, di non fermarmi mai. Sono un gran lavoratore.
Le viene in mente un episodio di allora che la colpì in modo particolare?
Ricordo un momento triste. Ero in gara al Festival di Sanremo dell’87, quando Pippo Baudo annunciò in diretta la scomparsa di Claudio Villa. Io ero molto giovane e rimasi impressionato dalla reale commozione che investì tutti gli artisti presenti. Il carrozzone della musica aveva le sue regole come quelle della vita. Come sarà il tributo agli anni ’80 in programma a Campione?
Ognuno di noi proporrà i brani più noti del proprio repertorio. In realtà il resto del cast è soprattutto orientato verso la scena dance di quegli anni, sono stato invitato più per la coincidenza di date che per la similitudine nello stile.
Ultimamente è tornato anche al teatro…
Si, la scorsa stagione ho interpretato “Rodolfo Valentino” al Teatro 10 di Roma, per la regia di Enrico Maria Lamanna, ma adesso sto facendo un tour di concerti in giro per l’Italia con una band di sette elementi. Nuovi dischi in arrivo? L’ultimo è del 2006, “Autoscatto”, una rilettura dei miei brani più noti più qualche inedito. Ho molte idee nel cassetto, ma il mercato discografico adesso è decisamente in tilt per le cose nuove. Produrre qualcosa oggi, sia discograficamente che per la tv, è diventato troppo rischioso. Info +41/91/6401111.

Fabio Borghetti

© RIPRODUZIONE RISERVATA