Silenzio, la Gioconda parla
al comasco Gianni Clerici

Il 26 novembre esce in libreria una nuova raccolta di racconti del celebre narratore-giornalista. Uno è ambientato sul Lario

Soffia la brezza del Lario, tra le pagine fresche di stampa. No, stavolta il genio di Andrea Vitali non c’entra. Perché l’epopea di Teo e Bellasin, meglio noti come "I gemelli Rossi", la racconta Gianni Clerici: scrittore, drammaturgo, firma di punta di "La Repubblica" e tennista con passato di campione. Non stupisce che l’eclettico autore comasco - ma ormai di casa più che altro in Ticino - dedichi la sua raccolta di racconti "Una notte con la Gioconda" (Rizzoli, 161 pagine, 13.60 euro), da oggi in libreria, a Mario Soldati. La scelta di proporre piccole storie di personaggi stravaganti, come i gemelli di lago, richiama una delle qualità più riconosciute a Soldati, che Cesare Garboli indicava nella «capacità di farci apparire degna di racconto, e quindi interrogabile dall’intelligenza qualunque realtà, grande o piccola indifferentemente». E, in effetti, accanto alla vicenda surreale di Teo e Bellasin, raccontata «all’ombra dell’altissimo olmo che sovrasta l’Antica Trattoria Crotto del Misto, a Lezzeno», ci si imbatte in quella della Gioconda. Proprio lei, Monna Lisa, protagonista di una notte al museo piena di suspence. Parlano, i quadri del grande Da Vinci? «Sì, li ho sentiti parlare, i personaggi dei quadri», scrive l’autore comasco. Il libro conferma quanto il genere del racconto - sullo stile di "Zoo" (2006) sia congeniale a Clerici, molto più del romanzo breve a sfondo storico, come lo era "Mussolini. L’ultima notte" (2007).
 
V.F.

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