«Storia di Antonia Pozzi
Morta per troppa vita»

L’attrice e autrice Elisabetta Vergani questa sera a Zelbio Cult con uno spettacolo dedicato alla poetessa milanese: in questa intervista anticipa i contenuti della serata

Il teatro e la poesia si fondono, questa sera, sabato 13 luglio, alle 21, per un nuovo appuntamento con la rassegna di “Zelbio Cult. Incontri d’autore su quell’altro ramo del Lago di Como”. Nel Teatro di Zelbio, in piazza della Rimembranza, arriverà l’autrice e attrice Elisabetta Vergani che interpreterà lo spettacolo, scritto da lei, “L’infinita speranza di un ritorno”, incentrato sulla figura della poetessa e fotografa milanese Antonia Pozzi. L’incontro sarà accompagnato da una conversazione con Armando Besio, l’ideatore della rassegna, giunta alla XII edizione. L’ingresso è libero. Info: zelbiocult.it.

Elisabetta, cosa l’ha affascinata di Antonia Pozzi, tanto da scrivere uno spettacolo su di lei?

Mi imbattei in questa figura, particolarissima e fino a pochi anni fa sottovalutata, qualche anno fa, quasi per caso. Una persona mi aveva raccontato la storia intensa e troppo breve di Antonia Pozzi. Andai in libreria e comprai la biografia scritta da Graziella Bernabò, “Per troppa vita che ho nel sangue”. La lessi in treno, d’un fiato e ne fui folgorata, tanto da decidere di scrivere uno spettacolo su Antonia. Fu un’esperienza importante perché riuscii a coinvolgere il Comune di Pasturo, nel Lecchese, dove la famiglia di Antonia aveva una casa di villeggiatura. Vincemmo un bando regionale e riuscimmo ad allestire uno spettacolo originale e itinerante, ambientato a Pasturo e nella casa della poetessa. Un’immersione nel mondo che Antonia amava tanto.

Stasera a che tipo di spettacolo assisterà il pubblico?

Si tratta di un monologo – melologo, ovvero uno spettacolo per un’attrice, in cui però la presenza della musica è fondamentale. In scena con me ci sarà il musicista Filippo Fanò che proporrà, al piano musiche originali. La regia è firmata da Maurizio Schmidt. In scena avremo immagini e oggetti appartenuti alla protagonista.La produzione è di Farneto Teatro.

Faremo dunque un viaggio alla scoperta di Antonia?

Sì. Lo spettacolo parte dall’epilogo (la morte per suicidio della poetessa, che si tolse la vita a 26 anni, ndr) nel 1938. Faremo poi un salto indietro fino al 1927, anno in cui Antonia cominciò a scrivere poesie e da lì si riparte. L’andamento è circolare.

Si racconta un’esistenza brevissima ma intensa…

Sì. Tengo a dire che, contrariamente a quanto ci si può aspettare, il pubblico ascolterà una storia piena di vita, di energia, di passioni e talenti. Antonia non era una ragazza depressa, intenta a guardare le nuvole in cielo per decodificare il senso dell’esistenza. Amava invece scalare le sue adorate montagne, come la Grigna, a cui la conduceva un sentiero dietro la casa di Pasturo. Amava la poesia e la letteratura ma aveva anche una straordinaria sensibilità per gli ultimi, come dimostrano anche le sue bellissime fotografie.

Eppure di questa personalità così interessante, si sa ancora molto poco…

La sua tragica fine e le censure operate dalla famiglia (Antonia era figlia dell’importante avvocato Roberto Pozzi e della contessa Lina Cavagna Sangiuliani, ndr) hanno fatto sì che su di lei, per molto tempo, calasse il silenzio. Per fortuna, grazie a importanti letterati tra cui, in primis, Montale, a partire dal dopoguerra, Antonia è stata riscoperta e ora i suoi testi, finalmente pubblicati, catturano sempre più lettori.

Leggendo le sue poesie e osservando i suoi scatti fotografici, cogliamo una personalità aperta al mondo, curiosa e moderna…

Certo. Nello spettacolo, il pubblico udirà le sue parole e ammirerà le sue immagini che testimoniano quanto Antonia Pozzi fosse in anticipo sui tempi, fino a non essere compresa nella sua estrema sensibilità. Di fronte alla sua opera (di lei, fino ad ora si conoscono più di trecento composizioni e duemilaottocento immagini fotografiche) si rimane sbalorditi. Mi chiedo cosa sarebbe avvenuto se, quel 3 dicembre del 1938, Antonia non avesse compiuto il gesto estremo, in cui, certamente, il dramma personale si intrecciò con il fosco momento storico che stava vivendo.

Il programma di Zelbio Cult:

Oggi, sabato 13 luglio - Elisabetta Vergani, “L’infinita speranza di un ritorno. Vita e poesia di Antonia Pozzi”. Spettacolo teatrale

Venerdì 19 luglio: Stefano Zuffi, “Leonardo e l’energia della natura”. Conferenza con immagini

Sabato 27 luglio: Nando Pagnoncelli, “La penisola che non c’è”: gli italiani come sono e come credono di essere

Sabato 3 agosto: Mario Botta, “Angeli, arcangeli e demoni del Ticino”: le bellezze della Svizzera italiana raccontate dal grande architetto

Sabato 10 agosto: Claudio Rossi, “Uno zelbiese alla guerra di Spagna”, la storia ritrovata di Giuseppe Pizzala

Sabato 17 agosto: Gianni Clerici: dall’arte del tennis a “Il tennis nell’arte”. Il grande giornalista e scrittore racconta la sua straordinaria collezione di quadri e sculture.

Sabato 24 agosto: Giulio Anselmi, “Ultimissime notizie”: intervista sul mondo dell’informazione con il presidente dell’Ansa

Sabato 31 agosto: Björn Larsson, “La lettera di Gertrud”: lo scrittore svedese parla del suo ultimo romanzo (e della sua vita)

Info: gli incontri si svolgeranno nel teatro di Zelbio in piazza della Rimembranza con inizio alle ore 21. Ingresso libero

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