Tra la Bibbia e Gide:
la lezione di “Saul”

Cantù: stasera al teatro San Teodoro una produzione premiata alla Biennale di Venezia 2018

Si muove tra l’aura sacrale della Bibbia e le dissonanze del teatro contemporaneo, lo spettacolo “Saul” che vedremo stasera, sabato 1 febbraio, alle 21, al Teatro San Teodoro di Cantù. La sala comunale di via Corbetta, 7 presenta una produzione che ha ottenuto la Menzione speciale alle Biennale di Venezia 2018, nell’ambito del concorso registi under 30.

Come sempre, le scelte di Maddalena Massafra, curatrice della Stagione canturina, vanno nella direzione di un teatro “pensato” e realizzato da realtà giovani e promettenti. In particolare, il riferimento è al regista Giovanni Ortoleva che è anche autore della drammaturgia con Riccardo Favaro. In scena poi vedremo gli attori Alessandro Bandini, Marco Cacciola, Federico Gariglio. La produzione dello spettacolo è di Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse – Teatro i – Arca Azzurra Produzioni. Come già accennato, il testo trae ispirazione da ambiti culturali molto diversi.

È infatti liberamente tratto dall’Antico Testamento e dall’opera omonima dell’autore francese André Gide, Premio Nobel per la Letteratura nel 1947. Egli scrisse il dramma “Saul” nel 1903, durante una delle fasi più importanti e feconde della sua parabola creativa. Protagonista è appunto Saul, che nell’Antico Testamento è il Primo re di Israele, tormentato dal suo affetto per David in cui rivede la prestanza e il valore della sua gioventù che è però venato da una feroce invidia, che scoppia quando David riesce a sconfiggere Golia. L’incredibile vittoria promette a David grande futuro, mettendo inevitabilmente in ombra la figura del sovrano.

Saul diventa quindi paradigma universale dell’uomo che, dopo una grande fortuna, che lo ha portato in vetta, vede avvicinarsi, ineluttabile il declino. Davanti a questa implacabile legge dell’esistere, l’uomo non vuole arrendersi e cerca, con testardaggine, di fermare il tempo, diventando un doloroso esempio di come tutto debba cedere al tempo. Naturalmente, nello spettacolo che vedremo al San Teodoro, l’archetipo di Saul trova forti risonanze nella nostra contemporaneità. Non a caso, in una società come la nostra, dichiarare il proprio fallimento resta una sorta di tabù ancora non superato, sia a livello individuale che collettivo. Lo spettacolo si preannuncia interessante. I biglietti costano da 16 a 8 euro. Info: www.teatrosanteodoro.it.

Si ricorda poi che, domani pomeriggio, domenica, alle 15, per la Stagione Famiglie, il San Teodoro propone “Angeli di terra” di e con Anna Fascendini e Stefano Pirovano. La drammaturgia è di Giusi Quarenghi, mentre la macchina scenica che vedremo è stata costruita da Matteo Lainati. I costumi sono di Stefania Coretti. La produzione è ScarlattineTeatro e Campsirago Residenza. In scena un’attrice e un musicista compiono un rituale di trasformazione della materia che riporta fertilità alla terra, salvando metaforicamente ciò che di più prezioso e in pericolo abbiamo: la vita delle piante. Biglietti a 6 euro. Info: ww.teatrosanteodoro.it.

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