Trionfo Matia Bazar
a Campione d’Italia

Il concerto per il Natale ortodosso al Casinò: è stata una serata trionfale, quindi, con il quartetto impegnato ad allineare classici su classici in un’atmosfera sempre più calda

Per gli italiani i Matia Bazar sono la quintessenza del gruppo pop nostrano: canzoni melodiche e orecchiabili, melodie accattivanti, testi funzionali, spesso romantici, fotografia perfetta di un tipo di musica leggera italianissimo.

Ma per il pubblico russo, presente al Casinò di Campione d’Italia martedì sera per una ricorrenza importante - si festeggiava il Natale ortodosso - rappresentano qualcosa di più.

Quando l’Occidente era un miraggio e tutto quello che filtrava dal corrotto mondo capitalista all’interno dell’Urss di Breznev era passato al setaccio, la band genovese incarnava quell’aria di libertà e di spensieratezza che mancava nella popolazione negli ultimi anni, prima della perestroika.

È stata una serata trionfale, quindi, con il quartetto impegnato ad allineare classici su classici in un’atmosfera sempre più calda. Silvia Mezzanotte ha un ruolo difficile: la voce originale sulla maggior parte di quelle hit non è sua, ma dell’inimitabile Antonella Ruggiero. Ma è una cantante di prima grandezza che si appropria del ruolo e del palco con autorità, simpatia e con grande bravura, salutata da numerosi applausi a scena aperta.

Fabio Perversi, abile polistrumentista, è il “jolly” del gruppo, che costruisce architetture sonore per sostenere gran parte degli oneri sonori con le sue tastiere.

Poi ci sono gli storici Matia Bazar, Piero Cassano, autore di tanti successi, tastierista e chitarrista ritmico, mai stanco di divertirsi e di divertire, e Giancarlo Golzi, il pilastro del gruppo, l’unico sempre presente dalla prima all’ultima edizione dei Matia Bazar che ha condotto con la stessa mano sicura con cui mantiene il ritmo sul palco.

La sorpresa per chi si aspettava la quintessenza del gruppo pop sta nella grinta assolutamente rock con cui vengono rilette “Elettrochock”, “Aristocratica” e “Brivido caldo”, che hanno aperto la performance mettendo subito in evidenza l’ottima forma del quartetto.

Tutti i classici: “Per un’ora d’amore”, “Ti sento”, “Mister Mandarino” “C’è tutto un mondo intorno”, l’immancabile “Vacanze romane” (che a giudicare dalla reazione sembra un inno sovietico alternativo), “Messaggio d’amore”, “Solo tu” .

E, prima che ci sia il tempo di esclamare “Stasera... che sera”, i Matia Bazar salutano per poi tornare sul palco sul “Cavallo bianco” per congedarsi con “Dedicato a te”, tra gli applausi scroscianti.

Alessio Brunialti

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