Un Gaber insolito a Cernobbio
L’omaggio conclude il festival

Stasera a Villa Erba la proposta dei Singers From Cluster & Strings. In apertura un talento dell’Accademia Pasta: il soprano Sofia Rizzi

Dopo due applauditissimi concerti classici, protagonisti i violinisti Julia Pusker e Davide Alogna, il “Festival città di Cernobbio” si congeda con un omaggio all’arte di Giorgio Gaber nel decimo anniversario della scomparsa.

Due lustri in cui si sono moltiplicate le operazioni attorno al compianto Signor G: c’è chi ha ripreso i suoi spettacoli di teatro-canzone, chi ha interpretato i brani pop degli anni Sessanta, si sono moltiplicate le ristampe di materiale audio e video.

Una rilettura originale

Quello proposto stasera, alle 21.30, nel padiglione centrale di Villa Erba dai Singers From Cluster & Strings è, invece. Un “Gaber insolito”. Così si intitola lo spettacolo che sarà portato in scena da Letizia Poltini (voce e pianoforte), Erik Bosio (voce, pianoforte e vocal percussion), Luca Moretti (voce, chitarra e percussioni), Massimo Barbierato (violino), Alessandra Dalla Barba (violino), Alessandro Buccini (viola), Raffaele Ottonello (violoncello), Michela Gatti (contrabbasso) con la partecipazione di Giuseppe Canone (sax soprano, clarinetto e fisarmonica).

Le tre voci arrivano dai Cluster, il quintetto vocale genovese che si è messo in mostra partecipando a “X Factor”. Hanno pubblicato tre album, sono molto attivi sul web e, recentemente, hanno collaborato con Morgan e con Marco Mengoni.

Se la loro particolarità è quella di riprodurre i suoni di diversi strumenti solo con le voci, in questa occasione si accompagneranno a un quintetto d’archi e a un fiatista per celebrare, dicono “uno straordinario uomo di musica e di teatro, acuto osservatore del costume, provocatore intelligente, autore mai banale, attento alle inquietudini della società, intriso di un’ironia surreale e aggraziata, che resta tra i cantautori più amati della scena musicale italiana”.

Pochi fuori dagli stereotipi

In questi dieci anni senza di lui, è stato citato spesso, e spesso a sproposito, è stato “tirato per la giacchetta” da una parte e dall’altra, è stato incensato e celebrato, ma pochi hanno saputo leggerlo a mente fresca e interpretarlo al di là degli stereotipi. Ma il “Gaber pensiero” (così ben espresso nel bel libro che gli ha finalmente dedicato il suo coautore Sandro Luporini) ha offuscato il musicista e lo scrittore di belle canzoni. Eccole in un contesto che privilegia proprio le note e le voci.

A proposito di voci: stasera prima del concerto ci sarà anche l’esibizione dell’ultimo talento giovane selezionato dall’Accademia musicale Giuditta Pasta. È il soprano Lucia Rizzi, accompagnata al pianoforte dal padre per l’aria “Addio a Venezia” da “Il campiello” di Ermanno Wolf-Ferrari. L’ingresso al padiglione centrale è libero fino all’esaurimento dei posti a sedere.

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