Valore (e costi) della memoria:
"Carte vive, ma anche onerose"

La direttrice della Biblioteca di Como raccoglie, con riserva, l'appello del critico Panzeri
"Avremo on line il Fondo Lucini e quello dei Raimondi-Mantica-Odescalchi"

Perché Como non riunisce in un archivio, documenti e inediti di scrittori lariani (da Ferrero a Linati, da Pontiggia a Parini) che rischiano la dispersione, con un grave danno per la cultura, non solo comasca? L’appello del critico Fulvio Panzeri sta suscitando un vivace dibattito nel mondo letterario: dopo gli interventi di Ambrogio Borsani e Basilio Luoni, quello della direttrice della Biblioteca di Como. Domenica pubblicheremo il contributo della scrittrice Laura Bosio.

Chiara Milani *

Gli archivi sono la madre di tutte le fonti. La loro importanza consiste nel permettere agli studiosi di lavorare direttamente sui documenti - cartacei, iconografici, sonori; interpretarli alla luce di specifiche conoscenze per contestualizzarli secondo i fini della ricerca intrapresa. La Biblioteca comunale di Como conserva archivi importanti per la storia della città, sui quali sono in corso progetti di riordino e valorizzazione. Uno per tutti è l’archivio Raimondi-Mantica-Odescalchi, che racconta, attraverso i documenti di queste tre importanti famiglie, la storia della nostra città e del suo territorio, e non solo. Alla fine del 2009, la schedatura elettronica che stiamo realizzando (mediante un progetto triennale finanziato dal Comune di Como, La Regione Lombardia, La Fondazione Provinciale della Comunità Comasca e la Fondazione Cariplo) permetterà di consultare on line le schede di questo archivio. Ma la biblioteca ospita anche altri archivi, sempre legati nomi importanti: Giovio, Lucini, Bontempelli, per citarne solo alcuni. Archivi acquistati dal Comune o donati dagli stessi studiosi o dagli eredi. Questi archivi consistono in lettere, cartoline, documenti, stralci di articoli, bozze di lavoro.
Anche l’archivio Lucini è in riordino e presto la schedatura di questo archivio sarà on-line. Ho insistito sull’archiviazione informatizzata perché ritengo che essa possa rappresentare una soluzione al problema dell’individuazione dei documenti e della prima consultazione. È importante eseguire una mappatura di tutti gli archivi e fornire, in rete, le prime ma imprescindibili informazioni su questi fondi: dove si trovano? C’è una catalogazione? Posso eseguire ricerche on-line su questi documenti? In questo modo, tutta la prima parte della ricerca: dove sono questi documenti e di che cosa trattano, si può eseguire in remoto, senza spostarsi da casa. La Regione Lombardia ha creato un portale (www.lombardiastorica.it) dove sono pubblicati gli archivi conservati nella nostra regione.
Nel portale Siusa (Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche del Ministero dei Beni e delle Attività culturali) è possibile consultare l’anagrafica degli archivi storici italiani di enti pubblici territoriali, di amministrazioni non statali e di privati per i quali sia stata effettuata la notifica di valore storico. Nei siti istituzionali degli enti di appartenenza sono spesso pubblicate queste informazioni. Anche il sito della biblioteca comunale di Como pubblicherà, una volta finiti i lavori di riordino, la schedatura degli archivi Raimondi e Lucini. Questo è un primo passo, importantissimo, che a volte evita di recarsi presso la struttura dove gli archivi sono depositati perché lo studioso attinge un primo importante livello di utilissime informazioni senza affrontare onerosi e lunghi viaggi. Questa è la nuova frontiera, sulla quale stiamo lavorando. Il nuovo scenario è la digitalizzazione dei documenti: operazione lunga e onerosa che però permette di tutelarle l’integrità fisica e di valorizzare i documenti in quanto tali. Riunire e trovare casa agli archivi?
Certamente. Il punto è non solo trovare casa agli archivi ma anche mantenerli e renderli fruibili. Bisogna sapere che queste operazioni costano tanto: gli archivi (ma non solo, anche i libri!) devono essere conservati, a secondo della tipologia dei documenti da cui sono composti, in locali appositamente attrezzati, allarmati e climatizzati. I documenti d’archivio devono essere inoltre periodicamente controllati e spolverati e hanno bisogno di piccoli restauri in modo pressoché continuativo. Devono infine poter essere consultati in locali adeguati in presenza di personale specializzato in grado supportare gli studiosi e devono essere sorvegliati accuratamente. Gli archivi non sono celati, anche quelli della nostra biblioteca: sono opportunamente tutelati e sono, da sempre, consultati ogni giorno da studenti e studiosi.

(* Direttrice della Biblioteca comunale di Como)

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