Van De Sfroos al Meeting di Cl
Leghista? No, "ecumenico"

L'artista laghée, tra i protagonisti della convention cattolica, fa spallucce a chi lo critica per il suo "pluralismo". Che qualcuno bolla però come "qualunquismo"

«Sono felice quando vedo qualcuno che sale su un palco senza pregiudizi sugli organizzatori. Io sono portavoce solo delle mie canzoni: non appartengo a nessun partito. Sicuramente chi viene ad ascoltarmi ha qualcosa in comune con me la bandiera è un’altra cosa. Tempo fa sono stato ad una festa di Alleanza Nazionale dove parlava Mario Capanna. Si è divertito con le mia musica, ci siamo perfino abbracciati alla fine ma io non sono comunista. La sfida è esibirsi dove sono diversi da te».
Così parlò Davide Van De Sfroos al Meeting dell’amicizia a Rimini. Non è la prima volta che il cantautore lariano viene invitato all’appuntamento di Comunione e Liberazione, anzi, si potrebbe dire che sia ormai di casa da quelle parti. Curioso, quindi (ma la platea si rinnova ed è sempre meglio parlare chiaro) che l’artista sia sempre tenuto a precisare, in qualche modo, la sua appartenenza, o meglio, non appartenenza politica e, visto il luogo, anche la sua fede religiosa. Difficile, insomma, togliersi di dosso quella superficiale patina di "cantante leghista” che lo accompagnava agli esordi, complice il dialetto tremezzino, particolare ma di ceppo assolutamente padano e, quindi, sicuramente più gradito al Bossi di quanto lo possa essere qualsiasi altro musicista che si esprima in italiano corretto. In realtà già tanto tempo fa, proprio sulle colonne di questo quotidiano, Bernasconi prese le distanze dal Carroccio, non per rinnegare bensì per mettere in evidenza come non volesse assolutamente essere imbrigliato dalle maglie ideologiche. Così ha fatto spallucce con chi gli ha rinfacciato di avere partecipato alle feste di An che ricordava lui stesso, così come di aver cantato alla Festa dell’Unità, di aver preso parte a Miss Padania come alla Notte della Taranta. Qualunquismo? Una via personale al pluralismo di chi vuole essere ascoltato e di chi resta, principalmente, un narratore. E, sia detto per inciso, già è difficile, anche per lombardi lontano dal lago, penetrare il suo vernacolo, meglio che non ci sia anche lo schermo diafano dei partiti, con buona pace di chi lo tira per la tracolla della chitarra per portarlo vicino alle proprie posizioni.

Alessio Brunialti

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